8.0
- Band: ÆVANGELIST
- Durata: 00:56:23
- Disponibile dal: 23/10/2015
- Etichetta:
- 20 Buck Spin
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Pure l’arpa. Adesso dobbiamo fare i conti anche con questo strumento, quando ci raffrontiamo alla musica degli Ævangelist, inserito quale elemento fondamentale di un nuovo disco ferocissimo, eclettico, adombrante il sospetto che questa creatura stia diventando qualcosa di indegnamente enorme nel panorama estremo internazionale. Chi pensava che pubblicando il quarto disco in quattro anni il temibile duo statunitense finisse col ripetersi, viene seccamente smentito. Soggiogato. Trafitto. Pugnalato e crocefisso nella mente e nel corpo da un altro concentrato di storture, allucinazioni, sperimentazioni selvagge, inconcepibili commistioni a quello che in fondo possiamo ancora considerare death metal, ma che trascende oramai la normale concezione di questo genere, anche dei suoi settori più avanguardisti, sfociando in un cataclisma di dissonanze, rumori, tintinnii, contrasti che ben pochi gruppi, di qualsiasi estrazione stilistica, oggi possono concedersi. O magari possono anche provarci, ma difficilmente riusciranno a compenetrare tutti gli elementi in campo in un suono così coeso, fluido, nettamente più scorrevole di quanto eravamo soliti attenderci da questa band. Il paradosso di “Enthrall To The Void Of Bliss” è quello di essere il disco più canonico tra quelli fin qui realizzati, se andiamo ad analizzare il materiale propriamente death metal: gli elaborati ghirigori ritmici, i riff schiaccianti e dinamici assieme, gli assalti in blast-beat, grazie anche a una produzione più chiara e aperta del solito, suonano come una sapientissima rielaborazione di Immolation, Gorguts e Portal, con un quid melodico che rende le parti più lente mai di così facile consumo. Anche l’intreccio di growl e voci pulite, mixate tra le chitarre a indurre una sensazione di fantasmatica lontananza, può farsi apprezzare più facilmente a causa di questa accresciuta pulizia sonora. Il rovescio della medaglia, ciò che consente agli Ævangelist di superare se stessi e di rivoltare dall’interno per l’ennesima volta la propria identità, è appunto questa benedetta arpa, che non funge da vezzoso orpello in pochi punti selezionati. Tutt’altro. Essa, assieme a synth sfumati aleggianti come una nebbia sottilissima su tutto il disco, volge all’assurdo una massiccia fetta delle parti più complesse e avvolgenti, fornendo un incessante controcanto ai duelli chitarristici più efferati. Il genio di Matros Thorn, responsabile anche di tutti i sintetizzatori, chitarre, basso, batteria e inopinate intrusioni di tamburello, emerge nel modo in cui rivoluziona la percezione del suono d’arpa, considerato generalmente qualcosa di dolce, sottile, fragile. Qua invece diventa raggelante, mefistofelico, fredda mano della morte posata sulle calde circonlocuzioni delle chitarre per far compiere loro il passo decisivo verso l’orrore più abietto e dissennato. I frammenti noise, industrial, post-metal si amalgamano ancora più strettamente in tracce lunghe, intense, appaganti; sia sotto il profilo meramente fisico, perché quanto a violenza, devastazioni, diffusioni di miasmi gli Ævangelist si producono in una prova strepitosa; sia, e qui si sfidano davvero i mostri sacri della sperimentazione metallica, per tutto quello che concerne la lavorazione del suono, la sua dissezione, l’analisi metodologica che porta le menti davvero eccelse a riassemblare una mole enorme di input apparentemente incoerenti fra loro, fino a plasmare un monumento sonico di esecrabile bellezza. Il viaggio nell’Ade di “Meditation Of Transcendental Evil” porta a compimento il disegno esoterico/disfunzionale del duo: il lugubre avvio drone, un sax abbruttito e straziato, un’arpa più tagliente di una lama da samurai, gli incastri ritmici techo-death metal, growl disumani e spietati concorrono a creare un clima morbosamente liturgico, impestato di insensatezza, straziante eppure musicalmente ricercatissimo. Qualcosa che fonde Mitochondrion, Kayo Dot, Swans, Portal, e infine rimane solamente, indiscutibilmente, Ævangelist. Nel caso “Enthrall To The Void Of Bliss” non plachi i vostri desideri di evangelizzazione, sappiate che prima di questo full-length, a settembre, Ascaris e Matron Thorn se ne sono usciti con un’ep di una sola traccia, “Dream An Evil Dream”, per altri quasi quaranta minuti di musica. In estate, ad agosto, avevano pubblicato un altro ep con una singola traccia di quasi un quarto d’ora, “Abstract Catharsis”. Dimenticavamo: hanno già iniziato a registrare il quinto disco…