AFSKY – Ofte jeg drømmer mig død

Pubblicato il 17/05/2020 da
voto
7.5
  • Band: AFSKY
  • Durata: 00:45:33
  • Disponibile dal: 12/05/2020
  • Etichetta:
  • Vendetta Records

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Il polistrumentista Ole Pedersen Luk aggiunge un altro capitolo alla discografia del suo progetto Afsky, realtà che, al secondo album, sembra avere già trovato un proprio equilibrio, oltre a un discreto riconoscimento da parte di pubblico e critica. “Ofte jeg drømmer mig død” arriva fra noi a due anni dal debut “Sorg”, dimostrandosi una bella e confortante conferma per il progetto danese, qui alle prese con un’opera maggiormente intensa. All’interno del lavoro ritroviamo tutti gli ingredienti che all’esordio hanno reso sufficientemente personale e fascinosa la proposta black metal di Afsky, ma il tutto questa volta suona più serrato e pressante, con più pieni che vuoti e uno sviluppo vigoroso a reclamare trepida e vigile attenzione da parte dell’ascoltatore. Un insieme piuttosto peculiare, dato che l’atmosfera generale del disco resta indubbiamente intimista, spesso struggente, ma quel velo di malinconia ormai marchio di fabbrica del suono Afsky qui viene compensato più che mai da una forte vitalità di fondo, con un fuoco di sbarramento sempre funzionale nello spezzare l’aria nostalgica creata dalle melodie e dai riferimenti folk.
L’ispirazione del polistrumentista scandinavo si rivela felice e costante lungo tutto il disco: forse “Imperia” riesce a spiccare più delle altre composizioni, ma su questo fronte il giudizio cambia ad ogni passaggio. “Ofte…”, del resto, a dispetto di una produzione chiara, è opera densa e senz’altro ostica per l’ascoltatore distratto: il suo mood uniforme non svela subito tutto il carattere di questi brani, le loro variazioni di ritmo e arrangiamento o gli occasionali spunti ossequiosi verso la tradizione del genere. Ascolto dopo ascolto, l’anima di questa musica riesce tuttavia ad emergere, confermandoci come i pezzi brillino di luce propria, mantenendosi lontani da quella freddezza tipica degli esercizi di stile fini a se stessi. Naturalmente, a livello di suoni e di immaginario, non si può nemmeno ignorare l’influenza di una band come i Drudkh, ma la fruizione non ne risente: lungo i quarantacinque minuti di “Ofte jeg drømmer mig død”, il musicista di Copenhagen riesce infatti a tratteggiare il suo autoritratto di artista dall’indomito temperamento con adeguata disinvoltura, facendosi segnalare per cuore e passione.

TRACKLIST

  1. Altid Veltilfreds
  2. Tyende Sang
  3. Imperia
  4. Bondeplage
  5. Stemninger
  6. Angst
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