6.5
- Band: AGAINSTORM
- Durata: 00:39:48
- Disponibile dal:
Spotify:
Apple Music:
Il nucleo iniziale del progetto Againstorm nasce a Correggio nel 2017 e si completa nell’anno successivo arrivando all’attuale formazione di cinque elementi. La band parte da subito a lavorare alla realizzazione del primo disco che, finalmente, prende vita nel 2020 e si intitola “The Last Dream Left”. I cinque ragazzi emiliani dimostrano di avere un ventaglio di influenze considerevole, che permette loro di tenere fede al proposito di scrivere musica alquanto variegata. Ciò non significa, in ogni caso, che abbiano le idee confuse: nonostante la carne al fuoco sia molta e, inevitabilmente, non tutto sia proprio a fuoco, tutti e dieci i pezzi si fanno ascoltare in modo scorrevole, puntando molto sull’aspetto emozionale della loro musica. La prima parte dell’opera è quella più interessante, in quanto si distingue per le soluzioni più coraggiose: in particolare su una base che è costituita spesso di suoni moderni e sperimentali e campionamenti, si innestano parti che suonano più anni ’90 (soprattutto per quanto riguarda le ambientazioni doom e qualche inserto hardcore) e, nel contesto, non sembra affatto una forzatura. Così, dopo una lunga intro che mischia sonorità elettroniche e ambient (“Red Sky”), ci troviamo di fronte ad un pezzo (“Sun’s Cemetery”) che potremmo definire gothic metal sull’onda dei Lacuna Coil era “Comalies”, con voci pulite maschili e femminili ed anche un pò di growl. Già con “Dead Man Space” si cambia completamente registro, con chitarroni new metal in evidenza ed un cantato moderno, a tratti ai limiti del rappato. “Walking On The Fire” sembra vicina all’alternative rock, ma questa volta versante Linkin Park. La seconda parte del disco, invece, è riservata a brani un pò più convenzionali, tutti di buona fattura ma abbastanza omogenei e senza picchi qualitativi, se non la conclusiva “Xth”, una ballata malinconica e crepuscolare in cui fa capolino anche il suono degli archi. Un debutto con molte luci e poche ombre, in cui non soltanto le idee a livello musicale ma anche gli stati d’animo si alternano senza sosta.