7.0
- Band: AGALLOCH
- Durata: 00:59:52
- Disponibile dal: 15/09/2006
- Etichetta:
- The End Records
- Distributore: Audioglobe
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Se pensate alla scena doom-death statunitense, quali nomi vi vengono in mente? Al sottoscritto soprattutto Daylight Dies e Novembers Doom, ma oggi ci si sente di aggiungere un nuovo nome alla lista, ovvero quello degli Agalloch. Il gruppo è attivo già da diversi anni, ma solo di recente è riuscito ad emergere un po’ dall’underground, grazie alla pubblicazione del full-length “The Mantle”, album molto ben accolto dalla critica. Con questo nuovo “Ashes Against The Grain” i nostri puntano dunque a raggiungere definitivamente un successo più ampio… obiettivo che, a nostro avviso, pare più che mai alla loro portata visto che il disco in questione è senza dubbio un esempio più che buono di doom-death europeo, suonato e prodotto in maniera iper professionale. Mischiando spunti alla Novembre, Katatonia (periodo “For Funerals To Come…” – “Brave Murder Day”), primi Paradise Lost, In The Woods e persino Ulver (quelli di “Bergtatt”), gli Agalloch sono riusciti a creare un sound piuttosto personale, sì definibile doom-death ma alfiere anche di influenze folk e black, evidenti soprattutto nei passaggi più epici. Per nostra fortuna, una proposta musicale tanto varia e strutturata viene in questa sede supportata anche da una performance vocale all’altezza della situazione, incentrata per lo più su uno screaming black metal non troppo acido ma anche su ottimi inserti di clean vocals, che spesso si sovrappongono alle parti più aspre. Di norma, i brani si assestano sui dieci minuti di durata, ma va detto che soltanto nella suite conclusiva “Our Fortress Is Burning” si viene un pochino presi dalla noia. La composizione non è certo brutta, ma se la si paragona a tutte le altre della tracklist, questa appare sensibilmente più povera di riff e di melodie vincenti. Circa venti minuti poco ispirati su sessanta non sono pochi, ma credeteci quando affermiamo che i restanti meritano davvero di essere ascoltati: in particolar modo quelli di “Falling Snow” e “Fire Above, Ice Below”, due pezzi dove sembra proprio di assistere ad una esaltante jam session fra primi Katatonia e Ulver! In definitiva, se non fosse stato per le piccole ingenuità presenti nella succitata “Our Fortress…”, il voto finale sarebbe stato più alto, ma sia ben chiaro che “Ashes Against The Grain” resta comunque un album più che solido ed ispirato. Davvero ideale per avvicinarsi all’autunno…