8.0
- Band: AGRIMONIA
- Durata: 00:57:22
- Disponibile dal: 26/01/2018
- Etichetta:
- Southern Lord
- Distributore: Goodfellas
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Il punto di forza degli Agrimonia non è mai stato l’offerta di nuove sonorità o una particolare perizia tecnica, ma la notevole capacità di amalgamare in modo coerente le loro varie influenze e di esprimere delle emozioni in modo assolutamente sincero e chiaro. Con “Awaken” il gruppo di Gothenburg dimostra di avere raggiunto quella che possiamo definire una ‘maturità artistica’. Le aspettative erano alte dopo il ben accolto “Rites of Separation”, ma questi veterani svedesi non le hanno di certo deluse, trovando ulteriore equilibrio tra le varie personalità interne al gruppo e riuscendo a fondere tutti gli ingredienti a loro disposizione in brani ancora più scorrevoli. “Awaken” si muove sulla scia dei precedenti e convincenti lavori, non apportando novità enormi sul piano stilistico, ma si evidenzia un progredire nelle abilità tecniche e di arrangiamento, una sicurezza e una padronanza di scrittura che fanno di quest’ultimo lavoro l’opera più brillante della band. Di certo gli Agrimonia non sono più soltanto il – comunque capace – gruppo crust/sludge dell’omonimo esordio e del primo full-length ufficiale “Host of the Winged”: gli ormai continui richiami, a volte vere e proprie citazioni, alla tradizione prog, così come le sempre più ampie e decise parentesi melodiche di estrazione doom e folk testimoniano della profonda cultura musicale del quintetto guidato dalla frontwoman Christina Blom, che in alcuni passaggi oggi appare quasi come una versione più sporca dei Katatonia. Gli spunti maggiormente ritmati e “metal”, inoltre, quando impiegati, oggi non nascondono le origini di questi musicisti: in passato la band aveva forse cercato di prendere il più possibile le distanze da realtà imparentate con loro, ma in questa occasione il songwriting – meno condizionato da certe imposizioni – risulta più dinamico e vivace. “Foreshadowed”, ad esempio, viene per lunghi tratti guidata da un riff che avrebbe potuto funzionare benissimo anche nei Miasmal del chitarrista Pontus Redig: una soluzione molto diretta che dona un bel po’ di respiro e varietà alla parte centrale del disco; “The Sparrow”, dopo un incipit tortuoso e tormentato, viene quindi aperta da un riff che, anche se qui suonato al rallentatore, non può non ricordare gli At The Gates dell’altro chitarrista della band, Martin Larsson. Nel complesso, “Awaken” è certamente l’album più melodico della formazione, ma, come già accennato, anche quello più efficiente nel conciliare le varie sfaccettature del percorso musicale degli Agrimonia: sei tracce che si snodano con grazia e compiutezza, indicandoci coordinate preziose sul giusto modo di procedere in avanti per questa schiva realtà del panorama svedese. La Blom e i suoi compagni dimostrano più che mai di prestare attenzione alla forma delle loro composizioni e lasciano che a sprigionarsi sia soprattutto la loro grande potenza evocativa, trasformando ogni sfida in una spinta verso un sound sempre più riconoscibile.