7.0
- Band: AGRYPNIE
- Durata: 01:13:33
- Disponibile dal: 15/01/2010
- Etichetta:
- Supreme Chaos Records
Spotify:
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Siamo certi che molti di voi apprezzeranno il nuovo lavoro dei tedeschi Agrypnie, giunti con “16[485]” al loro terzo full length album. Voi, che in passato avete adulato In Flames (anche quelli post-svolta stilistica), Soilwork e compagnia bella, date una possibilità a questa brava band teutonica capace di far sentire ottime cose. In Germania la tradizione di gruppi che hanno uno sguardo volto al futuro del metal estremo, del deathcore e delle evoluzioni nate in seno alla scuola svedese non la scopriamo certo oggi, e gli Agrypnie men che meno sono un’esternazione solitaria estranea al resto dell’underground tedesco, ma bensì fanno parte di un movimento che ha già dato nel recente passato – e sta dando ancor oggi – un ottimo apporto con un numero considerevole di buone band. Nonostante “16[485]” abbia un sound un po’ troppo ‘plastificato’ (purtroppo questo va detto) e consti di una durata eccessiva, convince lo stesso pienamente e gli Agrypnie si mostrano abilissimi nel saper alternare scariche d’adrenalina a brani molto compatti e pieni di pathos. I brani di un certo livello sono parecchi e hanno una personalità ben distinta, ma non per questo l’album manca di coesione, anzi. Gli Agrypnie su questo “16[485]” fanno cosa davvero saggia nel rifiutarsi di contaminare ed ‘alleggerire’ il proprio sound con gli ormai tradizionali ritornelli cantati con la voce pulita più adatta ad un gruppo pop che non ad uno di metal estremo. A molti questa scelta non piacerà perché ormai avvezzi alle sonorità più commerciali, invece va dato atto alla band tedesca di voler mantenere un sound più duro e ‘puro’ lasciando spazio solo al classico screaming. Non è solo lo screaming, ovviamente, a fare degli Agrypnie una band estrema, ma ciò dipende dal sound pesante e da un riffing che spesso e volentieri non disdegna passaggi ritmici davvero pesanti e talvolta anche malinconicamente melodici. Ci sono ottimi brani su quest’album, come “Verfall”, e l’ascolto è vivamente consigliato. Forse l’unica sventura degli Agrypnie è di non essere troppo estremi per essere seguiti dalle legioni di blackster o dei nostalgici del death metal svedese vecchissimo stampo e di non essere troppo ‘ammiccanti’ verso i fan delle sonorità più moderne e ‘morbide’. Gli Agrypnie rappresentano, nonostante la loro teorica collocazione all’interno del mondo extreme metal, un ibrido assai interessante. Il fatto che nella line up degli Agrypnie ci sia Torsten ‘The Unhold’ dei Nocte Obducta dovrebbe darvi qualche garanzia in più, anche se le due band sono lontane anni luce tra loro e non solo per lo stile musicale proposto.