7.0
- Band: AHAB
- Durata: 01:07:49
- Disponibile dal: 02/10/2006
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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Primo: inserite nel lettore cd il primo album ufficiale degli Ahab, questo “The Call Of The Wretched Sea”. Secondo: spegnete tutte le luci, abbassate le tapparelle e chiudete le finestre. Terzo: svuotate la mente e fingete di ritrovarvi di notte su di una piccola imbarcazione nel bel mezzo dell’oceano. Probabilmente la sensazione che proveRete sarà di smarrimento e vi sentirete quasi sminuiti davanti ad un’immensità che sembra non avere fine. Per creare questo senso di impotenza con un po’ di musica e pochi semplici accorgimenti significa che gli Ahab hanno colpito nel segno. Più prosaicamente e per dovere di recensione diremo che la band è formata da Christian Hector e Daniel Droste dei Midnattsol e da Stephan Adolf, ex Endzeit e che il concept su cui si basa questo esordio è basato su “Moby Dick” di Melville. I ragazzi propongono un doom funereo ma con degli sbalzi d’umore notevoli, che va a simulare in tutto e per tutto il movimento marino, che un momento è tranquillo ed il momento successivo viene squassato da delle onde gigantesche, magari nate dai movimenti di coda dell’enorme cetaceo albino. La struttura oscura del libro viene perfettamente preservata, così come viene tramandato il pathos tragico che circonda il capitano Achab. Musicalmente parlando abbiamo a che fare con un riffing lentissimo e dilatato, un growling cavernoso ed una sezione ritmica che risulta più fantasiosa del previsto, con dei giochi di piatti che spesso e volentieri contrastano con l’atmosfera nerissima del lavoro. Vi sono poi degli inaspettati squarci più solari (si fa per dire ovviamente), come al termine di “Below The Sun”, dove le chitarre, solitamente pesantissime, azzardano riff ed arpeggi maggiormente ariosi. Insomma, questo “The Call Of The Wretched Sea” è un signor album e si candida come miglior lavoro di funeral doom dell’anno, in lotta con “In The Depths Of R’lyeh” dei Catacombs che, non a caso, narra a sua volta di spazi sconfinati, seppure in un ambito maggiormente orrorifico. Ottimo acquisto per il roster della Napalm Records e band da tenere assolutamente sott’occhio.