7.0
- Band: AIRBOURNE
- Durata: 00:39:44
- Disponibile dal: 16/09/2016
- Etichetta:
- Spinefarm
- Distributore: Universal
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Ordunque, non dobbiamo mica dirvi noi chi sono gli Airbourne, né di chi probabilmente siete fan se gli Airbourne vi piacciono già. Però potremmo dirvi cosa troverete in questo nuovo “Breakin’ Outta Hell”, e comunque supponiamo che anche questo lo immaginiate: del fottutissimo, grezzo e sporco rock and roll, ecco cosa ci trovate. I degni eredi degli Ac/Dc si presentano con la fatica numero quattro il cui biglietto da visita è una title track tirata e arrogante e che come sempre mette in chiaro cosa c’è sul piatto: e, se ti piace, bene, altrimenti è colpa tua. E’ bello pensare che questo hard rock in quattro quarti che tutti-tutti sappiamo riconoscere sia qualcosa che giustamente deve esistere al di là della band che l’ha portato ad essere immortale, e quindi sempre siano lodati gli Airbourne che prendono il testimone della famiglia Young, lo lasciano in Australia, e suonano nel 2016 come se il calendario si fosse fermato. “Breakin’ Outta Hell” è un brano che già dopo la prima volta saprete cantare, sia che siate ad una data del tour o al vostro bar di fiducia quando passerà (e passerà, statene certi) per le casse, e tutto il disco si potrebbe riassumere parlando semplicemente di roba nuova che suona da quarant’anni e che va benissimo così. “Rivalry” abbassa un attimo i toni ma è forte di un riffing groovy e di una vena melodica vincente (e vale quanto detto sopra per la memorizzazione) e “Get Back Up” è sfacciatissima nel suo ritornello e nella sua apertura di sola batteria e chitarra. Non c’è molto da dire sulle composizioni, alla fine, il disco si mantiene sullo stesso standard per tutti i suoi quaranta minuti, e bene o male un po’ tutti i brani potrebbero finire in radio o in scaletta (solo due brani superano, e di poco, i quattro minuti), con qualche punta da probabile anthem in “Never Too Loud For Me”, e via dicendo per i pezzi da pubblico in festa come “I’m Going To Hell For This” e “Down On You”, e qualche passaggio un po’ più rallentato (“Do Me Like You Do Yourself” e la conclusiva ma a modo suo grandiosa “It’s All For Rock And Roll”). E, in tutto questo, i suoni sono un piacere per le orecchie, pochi ritocchi e tanta sostanza. Non sarà il disco che vi farà cambiare opinione sugli Airbourne, né qualcosa che ascolterete tutti i giorni, ma dal vivo un album così farà come sempre il suo sporco dovere. It’s only rock and roll, e a noi continua a piacere così.