voto
7.0
7.0
- Band: AIRBOURNE
- Durata: 00:46:49
- Disponibile dal: 12/03/2010
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Warner Bros
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Sono passati due anni dalla pubblicazione di “Runnin’ Wild” e gli Airbourne hanno già fatto tanta, tantissima strada. Il loro sound, innegabilmente una fotocopia degli AC/DC con l’energia di un gruppo ventenne, ha letteralmente spopolato, grazie anche al ritorno sulla scena di Angus Young e compagni. Ora gli Airbourne sono uno dei gruppi più attesi, che si parli dei loro esplosivi concerti o del nuovo qui presente album. Partiamo subito con un una constatazione: “No Guts, No Glory” è stilisticamente identico al precedente disco e perciò è allo stesso modo, se non più, ultra derivativo di quanto gli AC/DC hanno messo assieme nei loro decenni di storia. Ovvio dunque che chi tiene molto all’originalità e ha sempre criticato la band per il suo deficit in questo senso, farà bene a non avvicinarsi nemmeno all’album in questione. Chi invece, la maggior parte a quanto pare, ha apprezzato l’esordio col botto di Joel O’Keeffe e compagni, penserà altrettanto anche dei ritmi trascinanti di pezzi quali la traccia d’apertura “Born To Kill”, non travolgente come la "vecchia" “Stand Up For Rock N’ Roll” ma ad ogni modo con un tiro notevole e un riffing dei più ispirati presenti sul disco. I brani si assestano per lo più su mid tempo che in certi casi come il singolo “No Way But The Hard Way”, “Blonde, Bad And Beautiful” o “Steel Town”, colpiscono in pieno il brersaglio con ritornelli efficaci e facili da ricordare che saranno uno spettacolo dal vivo. In altri frangenti ci troviamo invece di fronte pezzi che sanno un po’ di riempitivi tra l’altro piuttosto prevedibili nonché simili tra di loro, e qui citiamo “White Line Fever”, “Chewin’ The Fat” e “Overdrive”. Quello che però gli Airbourne sanno fare molto bene (e che gli AC/DC invece pare non vogliano più fare) sono i brani dai ritmi più sostenuti, dove Joel tira fuori le sue prestazioni canore più energiche. Stiamo parlando di “Raise Your Flag” (una via di mezzo tra “Blackjack” e “Girls In Black”), della seconda parte di “Armed And Dangerous”, della conclusiva e spettacolare “Back On The Bottle”, ma soprattutto di “It Ain’t Over Till It’s Over”. Uno dei pezzi più veloci e a parere di chi scrive tra i migliori scritti dagli Airbourne, quest’ultimo colpisce per carica e tiro del suo riffing e per un ritornello che è una vera e propria iniezione di adrenalina pura. Ottimi i suoni e molto curata l’edizione speciale con ben cinque bonus track. Una curiosità: per le registrazioni di “No Guts, No Glory” il gruppo ha scelto di vivere e dormire in studio, presumibilmente con la consueta dose di alcool a disposizione. È nato un disco leggermente inferiore al precedente ma ad ogni modo imperdibile per i fan della band.