voto
8.0
8.0
- Band: AIRBOURNE
- Durata: 00:37:08
- Disponibile dal: 28/05/2008
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Warner Bros
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A scuola sovente i professori dicevano “almeno se proprio dovete copiare, copiate per bene!”. Dall’Australia arrivano allora gli Airbourne, band che irrompe sulla scena europea con “Runnin’ Wild”, rock and roll travolgente, australiano, e quindi spudoratamente, arrogantemente, sfrontatamente AC/DC. Qui siamo di fronte ad un grande album, undici tracce adrenaliniche dove vi sembrerà di ascoltare gli storici australiani all’epoca di “Back In Black” e quindi in piena forma. Anche qui, come nel caso dei mostri del settore, la band è nata da un’idea di due fratelli, gli O’Keeffe: voce e chitarra Joel, batterista Ryan. Altra similitudine, altro legame ai conterranei che spiega tante cose. Musicalmente parlando, per farsi un’idea basterà ascoltare l’opener “Stand Up For Rock And Roll”: inizio soft, melodico e stacco con riffone veloce, assolo di chitarra e partenza di una canzone che sprigiona energia e movimento da tutte le note. Non a caso è stata scelta come sigla della “Royal Rumble 2008” del Wrestling. Ma la cosa sconvolgente è che sono tutte grandi canzoni! “Runnin’ Wild”, che dà il titolo all’album, è prova delle capacità vocali del singer (che canta sulle tonalità di Brian Johnson) e delle azzeccate melodie dei cori nel refrain della canzone per la quale è stato girato anche un video con Lemmy dei Motorhead nelle vesti di autista di un tir al cui interno suonano i nostri. “Too Much Too Young Too Fast” spezza il ritmo travolgente consentendo di saggiare la struttura ritmica a basse velocità, riff stoppati, azzeccatissimi, taglienti, voce che lascia il segno su una canzone assolutamente fantastica. E’ puro rock and roll. Si riparte veloci con “Diamond In The Rough”, canzone dove abbonda la melodia, passando per “Fat City”, degna della band di Angus Young. Superlativa. E “Blackjack” non è da meno, si parte a razzo con un riff che sembra preso da “Let There Be Rock”. Sì signori, ed è una song tritatossa, hard rock tirato senza pausa alcuna, con uno degli assoli più azzeccati del disco. Si rallenta il ritmo, poi, con “What’s Eatin You”, traccia di hard rock lento molto simile alla grandiosa “Stand Up” dell’album “Fly On The Wall” dei conterranei. “Girls In Black” è invece veloce e fiammante, vi travolgerà così come “Cheap Wine”, che però poggia su di una sequenza di chitarra lenta e su degli assoli pregevoli. Chiusura con “Heartbreaker” e “Let’s Ride”. La prima presenta un duetto cantante-coro che è la colonna portante della canzone, mentre la seconda chiude il disco ad alta velocità… hard rock, rock duro! Questo è dun album che va ascoltato ad alto volume, che va ascoltato rigorosamente con i finestrini delle vostre auto abbassati… la gente deve voltarsi e deve ascoltare i graffi di questi mastodontici riff! Sembreranno gli AC/DC in tutto e per tutto. Ad oggi è il miglior album hard rock del 2008. Ed è destinato a rimanerlo finché non torneranno i signori del rock a reclamare lo scettro. Godetevelo.