6.5
- Band: AJATTARA
- Durata: 00:33:43
- Disponibile dal: 24/03/2003
- Etichetta:
- Spikefarm Records
- Distributore: Audioglobe
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In Finlandia sono sempre esistite valide band e, anche se in questi primi anni del decennio 2000 la qualità proposta dal ‘paese dei laghi’ è in netta decadenza, troviamo pur sempre qualche buona band uscente dall’underground. Sotto con gli Ajattara dunque, un gruppo che fa la sua onesta comparsa con una proposta sobria, dalle valide intuizioni. I maestri finnici ai quali si rifà questo trio sembrano essere proprio gli Unholy e in parte i Thy Serpent, due band che hanno scritto pagine importanti nella scena doom/black internazionali. Gli Ajattara mescolano la vena doom e quell’approccio alla musica quasi mistico degli Unholy, ai tratti sinfonici della band di Sami e soci; ne nasce un cd atmosferico, dinamico, pulito nell’esecuzione, arcaico nei sentimenti (come lascia intendere la bella cover), un album che si lascia ascoltare e che porta a riflettere su quei problemi che esulano dalla quotidianità delle nostre esistenze. Il filone musicale non regala di certo momenti sorprendenti e spiazzanti, i binari sono all’incirca sempre gli stessi, ma gli Ajattara riescono a non essere mai scontatissimi. Tre canzoni si distinguono per bellezza e melodie accattivanti: l’opener “Antakaa Elaa”, “Ikiyossa” (bello il ritornello con voce pulita senza il solito screaming che pervade l’album) e la conclusiva “Rauhassa”. I testi sono rigorosamente in finlandese, ma ormai i gruppi scandinavi ci hanno abituati a presentarsi nei loro idiomi originari e questo non può che essere una buona presentazione per queste band ancorate alla loro cultura poiché spesso la musica ne è un interessante riflesso. Peccato che però (per i comuni mortali) i significati dei testi rimangano oscuri; di certo le tematiche affrontate dagli Ajattara in questa sede non sono allegre (“Kuolema” in finnico infatti significa ‘morte’). Un cupo e triste viaggio con la slitta attraverso le distese boscose nella terra dei mille laghi… ed il disco degli Ajattara che suona, in lontananza, quasi sussurrato. Al prossimo appuntamento sapremo se la band sarà riuscita a guidarci nella landa di ghiaccio dove il crepuscolo non ha mai fine. Interessanti.