7.5
- Band: AKIRA KAJIYAMA + JOE LYNN TURNER
- Durata: 00:53:10
- Disponibile dal: 06/06/2006
- Etichetta:
- AOR Heaven
- Distributore: Frontiers
Spotify:
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Chi vi scrive, bisogna dirlo, non è mai stato un fan accanito di Joe Lynn Turner: non che non sia un ottimo cantante e interprete, per carità, ma bisogna dire che, almeno nelle due band che l’hanno reso celebre (Rainbow e Deep Purple) è sempre stato preceduto da fuoriclasse di caratura ben più elevata. Fatto sta che il sottoscritto si è avvicinato a “Fire Without Flame” con un certo scetticismo, che, fortunatamente, è stato spazzato via dalle note di “One Day Away”. Prima di entrare nel dettaglio dell’album, comunque, è doveroso fare un passo indietro e presentare anche Akira Kjiyama, chitarrista dotato di grande gusto, devoto blackmoriano e abile polistrumentista (basti pensare che nell’album questo talentuoso musicista ha suonato tutti gli strumenti!). La collaborazione tra Kajiyama e Turner risale al 1998, anno in cui il chitarrista registrò un tributo ai Rainbow. Da lì i due trovarono la giusta intesa e continuarono a lavorare assieme praticamente su ogni altra uscita discografica del cantante. Bene, torniamo quindi a “Fire Without Flame”: cosa potrebbe uscire dall’unione di un chitarrista fan sfegatato di Ritchie Blackmore con un ex-cantante dei Rainbow e dei Deep Purple? Semplice, un perfetto esempio di hard rock classico, con delle piacevoli venature AOR e una forte impostazione blues. Certo, nessuno si aspettava niente di diverso, ma qui a fare la differenza ci sono le canzoni! Con maestria e fluidità, i due riescono a stilare un perfetto compendio per ogni amante delle sonorità degli anni ’70/’80: troviamo brani catchy e accattivanti come “One Day Away” e la title-track; bordate hard come “End Of The Line” o “Survival”; una bella ballad ‘strizzacuori’ come “Heart Against Heart”, fino ad arrivare a composizioni che ricordano il Glenn Hughes più rockettaro (“Forever Changed”) e i primi Whitesnake (“Bad Feelings”). Undici brani davvero di alto livello, non c’è che dire, che obbligano il sottoscritto a ritrattare la scarsa fiducia concessa inizialmente a questa uscita e a consigliare vivamente l’acquisto a tutti gli amanti della ‘Purple Family’ e, più in generale, dell’hard rock d’alta scuola.