7.5
- Band: ALBUS DIABOLUS
- Durata: 00:44:56
- Disponibile dal: 30/05/2025
- Etichetta:
- My Kingdom Music
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Tra gli album italiani che più ci avevano impressionato negli ultimi anni, sicuramente “Carmina Occulta” dei Mater A Clivis Imperat merita un posto d’onore, per la sua capacità di pescare da una certa tradizione legata al prog rock nato nel nostro paese, riportandola ai nostri giorni senza per questo snaturarla.
L’ispirazione legata a quell’esperienza sembra non essersi esaurita e due dei musicisti che ne erano coinvolti, coadiuvati da diversi ospiti dello stesso giro, tornano con un gruppo nuovo di zecca: stiamo parlando di Samael Von Martin, nome noto al pubblico metal, essendo la mente dietro ad una formazione storica e pionieristica quali gli Evol, ed Elisa Montaldo, che negli anni ha trovato meno spazio sulle nostre pagine, ma è una figura importante in ambito prog rock nostrano, con i genovesi Il Tempio Delle Clessidre, con la sua carriera da solista e grazie anche a numerose collaborazioni.
Albus Diabolus, questo il nome della nuova creatura, è musicalmente lontanissimo da quanto prodotto in passato dai due artisti: l’esordio “Compendio Esoterico Elettronico”, infatti, è un album in cui a prevalere sono i suoni prodotti da sintetizzatori, drum machine ed effettistica varia, che si intersecano con frequenti trame chitarristiche a completare un quadro fatto di atmosfere arcane e misteriose, con la voce di Samael che disegna litanie minacciose e quella di Elisa più nascosta tra le melodie. Sembra che l’idea sia nata addirittura nel 2019 e che sia stata temporaneamente accantonata per lo spazio sempre crescente che i Mater A Clivit Imperat sono andati ad occupare, ma si può riconoscere come la stessa mano sia responsabile di entrambi i progetti, accomunati da una profonda e riconoscibile estetica gotica che, semplicemente, si esprime attraverso visioni sonore differenti, una sorta di Jacula o Antonius Rex che utilizzano un altro linguaggio.
Una proposta che non può essere considerata originale in maniera assoluta, ma che convince in virtù di canzoni ben scritte e trovate che rendono ogni pezzo singolare semplificandone la fruizione, come i ritmi techno di “Homorphous” o quelli danzerecci di “Dadashining”, le note che rendono “Albus Diabolus” un brano da colonna sonora, l’inquietante rosario recitato su suoni sintetici e fraseggi in “E Così Sia…” o l’organo ecclesiale di “Liturgica”.
Di metal in senso stretto c’è poco, soprattutto le chitarre che vanno spesso ad accompagnare l’elettronica, ma l’immaginario che traspare da questi pezzi è sicuramente vicino al nostro mondo e, proprio per questo motivo, l’ascolto è consigliato a coloro che non temono di affrontare sonorità fuori dal comune.