voto
8.0
8.0
- Band: ALCEST
- Durata: 00:41:47
- Disponibile dal: 29/03/2010
- Etichetta:
- Prophecy Productions
- Distributore: Audioglobe
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Il lato solare del black metal. Dopo un primo fortunatissimo full-length, gli Alcest danno alle stampe questo “Écailles De Lune”, disco che viene rilasciato ancora una volta dalla Prophecy Productions, etichetta che sembra in grado di trasformare in oro tutto quello che tocca, dai Klimt 1918 ai Secrets Of The Moon, passando per i Les Discrets (di cui potete leggere la recensione su queste stesse pagine) e ovviamente per gli stessi Alcest. Come pre-annunciato, il progetto transalpino torna qui a rivisitare parte delle sue origini, recuperando a tratti elementi prettamente (black) metal nel tentativo di sposarli con quelle complesse trame post rock/shoegaze che hanno fatto la fortuna di “Souvenirs…”. Qualche anno fa parti di questo disco sarebbero state etichettate come melodic black metal, una espressione che vuol dire tutto come niente. Di melodia ce ne è a bizzeffe, ovvio, ma la questione non è così semplice… è infatti interessante notare come quest’ultima sia sempre e comunque la vera base delle canzoni: non un abbellimento, bensì il fulcro di ogni singola traccia. Sono le screaming vocals e gli uptempo a entrare e uscire continuamente, non le soluzioni armoniche. È come se gli Alcest in questa nuova opera avessero voluto descrivere i confini del mondo incantato di “Souvenirs…”: arie e paesaggi meravigliosi oltre i quali sorge però un territorio tetro e insidioso, la cui atmosfera ogni tanto è in grado di intaccare tale serenità. Sensazioni che a volte, musicalmente parlando, riescono a evocare lo spettro di certi Amesoeurs – non a caso, uno degli altri progetti di Neige – così come quello dei nostri Novembre, i cui chiaroscuri sembrano essere qualcosa di più di una influenza in episodi come “Écailles De Lune (part II)” e “Percées de Lumière”. Ma intendiamoci, c’è chi è nato per seguire una strada già battuta da altri e chi invece vive solo per provare a costruirsene una propria: gli Alcest di “Écailles De Lune”, pur ricordando in alcuni frangenti altre realtà, continuano ad appartenere alla seconda specie, confezionando un album da ascoltare più con il cuore che con la testa. Ed ogni tanto questo è proprio ciò che serve.