7.0
- Band: ALCOHOLIKA LA CHRISTO
- Durata: 01:12:28
- Disponibile dal: 15/09/2006
- Etichetta:
- Locomotive Music
- Distributore: Frontiers
Spotify:
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Se non avete mai ascoltato un gruppo proveniente dalla lontana Bolivia è forse giunto il momento anche per voi di colmare questa lacuna. Gli Alcoholica La Cristo debuttano nel ’95 ma arrivano oggi al terzo disco, il primo pubblicato sul mercato europeo, dopo una carriera ultra decennale. “Toxicnology” è un concept di vita reale diviso in due parti che si muove fra industrial ed electro-dark, rabbia e disperazione, cantato in quattro lingue differenti (inglese, spagnolo, tedesco e francese). Nell’ora abbondante a sua disposizione la band passa con un attitudine alla Waltari (sottolineiamo attitudine), dal thrash industriale alla Ministry (“Industrial Messiah”), alle melodie techno-dark di “Suenos”. Sebbene queste siano le coordinate principali su cui si assesta l’album, dobbiamo riconoscere come esso sia infestato positivamente da molte altre influenze. “Pene Tration” arriva dove gli ultimi Kovenant hanno fallito, con “La Bestia” sembra di sentire i Sepultura in un gothic club tedesco, mentre echi di Rammstein, Depeche Mode e Nine Inch Nails si possono udire ovunque; il quartetto di La Paz non dimentica le proprie origini (“Raza De Bronce”), regalandoci alcune sporadiche influenze andine soprattutto nelle ritmiche e per rendere completa la propria proposta si serve di vocals pulite maschili femminili, screaming, growl, parti recitate e rappate, pianti ed urla di piacere, dolore o rabbia. Gli A.L.C. ci hanno consegnato un disco vario, diretto, semplice nella struttura dei brani e molto, molto kitsch, non inventando tuttavia nulla di nuovo.