ALESTORM – Black Sails At Midnight

Pubblicato il 04/06/2009 da
voto
6.5
  • Band: ALESTORM
  • Durata: 00:46:19
  • Disponibile dal: 29/05/2009
  • Etichetta:
  • Napalm Records
  • Distributore: Audioglobe

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Dopo l’esordio l’anno scorso con “Capitain Morgan’s Revenge” eccoci alla seconda prova per i pirati scozzesi Alestorm. Rispetto al disco d’esordio, tutto sommato piacevole ma con qualche ingenuità di troppo, il qui presente “Black Sails At Midnight” non si discosta di molto. Si nota una maggior cura per gli arrangiamenti, un sound più incentrato sulle tastiere e un paio di pezzi tra i migliori mai scritti dalla band. Certo il tutto suona sempre molto allegro e spensierato e non è certo questo il disco in cui cercare chissà quale innovazione, tecnica o raffinatezza. Gli Alestorm puntano infatti al puro divertimento con canzoni semplici, dirette e dai ritornelli facilmente memorizzabili e cantabili. Le influenze pescano nel power metal sinfonico dei Rhapsody, nelle trame più folkeggianti di Turisas, Ensiferum e Korpiklaani con qualche spunto anche dai purtroppo ormai scioltisi Running Wild. L’opener “The Quest” ricorda proprio la band di Alex Staropoli e Luca Turilli, tanto che l’attacco iniziale pare preso da “Dawn Of Victory”. Il brano si sviluppa poi su una ritmica tirata con la voce roca e alcolizzata di Christopher Bowes bella in evidenza e la doppia cassa di Ian Wilson molto impegnata nelle accelerazioni che sostengono i diretti ma un tantino scontati ritornelli. Non é certo il pezzo di punta del lavoro, che trova invece uno dei suoi momenti migliori in “Leviathan”. Conosciamo già questo brano in quanto titletrack dell’EP uscito qualche mese fa. Rispetto alla versione del dischetto, questa contiene qualche inserto sinfonico in più ma la differenza è minima. Il pezzo convince grazie ad un chorus molto diretto e dal buon potenziale live. Altro momento in cui la band tira fuori il meglio di sé è “Keelhauled”, up-tempo folk divertentissimo, con delle melodie di violino che si stampano in testa già dopo mezzo ascolto. Sono proprio queste atmosfere festaiole la dimensione nella quale il gruppo convince di più. Purtroppo il disco contiene anche qualche passaggio superfluo come “Pirate Song”, un po’ troppo banale come linea vocale sul ritornello, o la più lenta “To The End Of Our Days”, una sorta di versione mal riuscita di “Nancy The Tavern Wench” presente sul primo disco. Nel finale la simpatica cover di “Wolves Of The Sea” dei Pirate Of The Sea chiude un lavoro ben prodotto e confezionato, tutto sommato piacevole e qualitativamente in linea con il precedente.

TRACKLIST

  1. The Quest
  2. Leviathan
  3. That Famous Ol' Spiced
  4. Keelhauled
  5. To The End Of Our Days
  6. Black Sails At Midnight
  7. No Quarter
  8. Pirate Song
  9. Chronicles Of Vengeance
  10. Wolves Of The Sea
1 commento
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