voto
6.5
6.5
- Band: ALESTORM
- Durata: 00:41:40
- Disponibile dal: 21/01/2008
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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Primo full length per gli scozzesi Alestorm, gruppo che, stando a quanto si legge sulla copia promozionale, si presenta come autore di uno “scottish pirate metal”. Certo la cosa mette curiosità e bisogna dire che il gruppo in effetti è tematicamente orientato verso narrazioni piratesche, battaglie navali, taverne e quant’altro. D’altronde, anche la copertina non lascia dubbi. Che siano arrivati i nuovi Running Wild? Manco per scherzo… infatti, oltre all’evidente inferiorità a livello qualitativo, il gruppo si discosta anche stilisticamente. Se qualche influenza della band di Rock n’ Rolf si sente, la maggior somiglianza si nota con band tipo Ensiferum, Korpiklaani ma soprattuto Turisas. Molto presenti sono infatti gli inserti folkloristici e le atmosfere goliardiche da festa di paese. La partenza non è delle migliori e infatti “Over The Seas” scorre via senza lasciare il segno e mette in evidenza la voce roca e poco aggraziata (praticamente lo stereotipo di pirata che abbiamo in mente) del cantante tastierista Christopher Bowes. Musicalmente il gruppo è nella media e i brani sono fluidi e divertenti, l’ideale per un open air estivo. La titletrack parte a tutta velocità tra sinfonie Rhapsodiane nel fragore di un’esplosione, per assestarsi poi su tempi medi mettendo in mostra l’anima più folk del quartetto e culminare con un ritornello che ricorda i nostri Elvenking. Uno dei difetti del gruppo sta nella mancanza di una vera fisarmonica, sostituita dal suono artificiale della tastiera di Bowes. Numerosi i brani che, pur apparendo scontati, trascinano l’ascoltatore grazie a cori battaglieri semplici e facilmente memorizzabili. È il caso di “The Huntmaster” e delle tirate “Terror On The High Seas” e “Set Sail And Conquer”. Non poteva mancare una drinking song ed ecco “Nancy The Tavern Wench”, il classico brano da bevuta di gruppo. Presente in coda anche un riarrangiamento di “Flower Of Scotland” uno degli inni scozzesi non ufficiali. “Death Before The Mast” è invece costruita su riff al limite del thrash e si aggiudica il titolo di brano più aggressivo del lavoro. In conclusione questo è un album con qualche difetto e con pezzi molto semplici che dovrebbero fare la loro figura dal vivo, soprattuto se la band si presenta in tenuta piratesca come dalle foto sul sito. Su disco si rischia invece di stancarsi dopo pochi ascolti.