8.0
- Band: ALEXISONFIRE
- Durata: 00:42:00
- Disponibile dal: 19/06/2009
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Warner Bros
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Facile, al giorno d’oggi, suonare il cosidetto screamo. Ancora più facile, per i numerosi detrattori, trovare argomenti a sfavore di un genere effettivamente infestato da gruppi privi tanto di idee quanto di macchinette taglia capelli. Ma agli Alexisonfire, che pure il suddetto genere hanno contribuito a portarlo alla ribalta grazie a dischi memorabili come "Watch Out" e "Crisis", le cose facili evidentemente non piacciono. E così, mutata pelle e a dispetto delle voci che gli davano ormai prossimi allo sciogimento, i cinque canadesi si sono rinchiusi in studio per dare vita a questo "Old Crows/Young Cardinals", quarto album che, fin dalla doppia title-track posta in apertura, si preannuncia come ideale punto d’incontro tra l’hardcore melodico dei Rise Against ("Old Crows") e il punk-rock degli Anti-Flag ("Young Cardinals"). Basterebbero queste due tracce a spazzare via la concorrenza – dai The Sleeping in giù, pescando a caso dal roster Victory, l’elenco è potenzialmente infinito – ma la buona notizia è che il resto della tracklist non è certo da meno, anzi: difficile infatti trattenere l’euforia durante l’ascolto di "Sons of Privilege", "Born and Raised", "Midnight Regulations" e "Accept Crime", highlights di una tracklist in cui tutto – dal basso pulsante di Chris Steele alle chitarre policrome della coppia Dallas Green/Wade MacNeil, fino ad arrivare alla voce roca e calda di George Pettit – sembra congegnato per far salire al massimo il tasso adrenalinico dell’ascoltatore. Pressochè perfetta anche la produzione ad opera del semi-sconosciuto Julius Butty, mentre anche stavolta le uniche perplessità riguardano il cover artwork; un difetto questo comune anche ai lavori passati della band, ma sul quale soprassediamo volentieri, visto che alla fine ciò che conta è sempre e solo la musica e, da questo punto di vista, nel loro genere i cinque canadesi hanno pochi eguali. Forse non saranno riusciti a piantare l’ultimo chiodo sulla tomba dello screamo, ma con ogni probabilità potranno utilizzare quello stesso chiodo per appendere in studio il quarto, meritatissimo, disco di platino di una sempre più luminosa carriera.