7.0
- Band: ALGOL
- Durata: 00:43:00
- Disponibile dal: 25/11/2016
- Etichetta:
- Punishment 18 Records
- Distributore: Andromeda
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Gli Algol ritornano con un nuovo album, intitolato “Mind Fr@mes”, che segue “Complex Shapes”, pubblicato nel 2012. Rispetto ad allora sono cambiate un po’ di cose per la band patavina, che da sestetto si è ridotta oggi ad un quartetto, peraltro con nuovi innesti quali la tastierista Giorgia Alfonsi ed il chitarrista Michele Donato: in pratica quasi una rifondazione, che in qualche modo si riflette anche sotto l’aspetto stilistico. Gli Algol, infatti, sicuramente non snaturano il proprio sound, legato pur sempre ad un classico melodic death, riducendo però sensibilmente una certa componente neoclassica che era presente nel disco precedente ed eliminando totalmente le clean vocals. Il risultato è un disco molto diretto, che punta ad essere di grande impatto, con una sezione ritmica veloce e riffs massicci, lasciando però anche spazio alla melodia. Certo, ad esempio nel brano “The Believer, The Agnostic And The Brutal Truth” le tastiere optano occasionalmente per un timbro da clavicembalo, ma fondamentalmente potremmo descrivere lo stile degli Algol appunto come un tipico melodic death con qualche spunto di thrash classico e qualche piccola influenza di modern thrash. Solo raramente viene concessa pure qualche variante: ad esempio in “The Outsider”, dove le tastiere danno vita ad atmosfere dark/horror, prima che la band esploda come al solito in tutta la sua violenza sonora. In generale, “Mind Fr@me” è un buon disco che testimonia come, nonostante tutti i cambi di line-up, gli Algol abbiano saputo lavorare bene, ottenendo risultati apprezzabili sia sotto l’aspetto stilistico, non certo innovativo o particolarmente originale ma comunque abbastanza personale e credibile, sia sotto il profilo della performance. Già l’opener “Falling Down” è un ottimo biglietto da visita per la band, ma è un piacere ascoltare tutta d’un fiato l’intera tracklist, che scorre via senza mai conoscere cali di tensione o di ritmo. “Mind Fr@mes” merita dunque la sua chance e sarebbe un peccato farlo passare inosservato, soprattutto da parte di chi ama il genere.