6.5
- Band: ALICE COOPER
- Durata: 00:22:09
- Disponibile dal: 13/09/2019
- Etichetta:
- earMusic
- Distributore: Edel
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Uno dei vantaggi dell’essere una leggenda del rock, con una carriera cinquantennale e il rispetto incondizionato di colleghi e pubblico, è che puoi permetterti di fare quello che vuoi. Alice Cooper, ormai, può serenamente togliersi qualche sfizio, come divertirsi assieme a Johnny Depp e Joe Perry girando il mondo con gli Hollywood Vampires; oppure pubblicare un sentito omaggio alla sua città natale, Detroit, attraverso canzoni originali e non, che provengono tutte dalla nota città del Michigan. D’altra parte Detroit ha avuto, nel corso dei decenni, scene musicali floridissime, dando i natali alla Motown e regalando grandi formazioni rock, garage, punk, blues e via dicendo.
Alice Cooper, quindi, unisce le forze ad alcuni grandi esponenti della scena di Detroit, come Johnny ‘Bee’ Badanjek dei Detroit Wheels, Mark Farner dei Grand Funk Railroad e Wayne Kramer degli MC5, e confeziona un EP di sei canzoni per una sintesi, concisa ma efficace, della musica della sua città. Per la partenza Alice decide di giocare in casa, proponendo “Detroit City 2020”, una nuova versione dell’omonimo brano contenuto in “The Eyes Of Alice Cooper”. Ne viene fuori una rilettura asciutta, sporca al punto giusto, che rinuncia anche ai fiati per andare a quell’essenza garage che si adatta al mood generale dell’EP. Anche il secondo brano viene dalla penna di Alice, ma questa volta si tratta di un vero inedito: “Go Man Go” apre su un riff che rimanda al Duca Bianco e alla sua “Hang On To Yourself”, per poi spostarsi sul ruvido impeto del punk rock d’annata. Un brano semplice, immediato, non trascendentale ma comunque efficace e coinvolgente.
I restanti quattro brani, invece, sono cover e permettono ad Alice di usare tutto il suo carisma e quella capacità che hanno i più grandi di fare proprio anche il materiale più lontano, apponendovi la propria inconfondibile firma. Tutti i brani proposti sono resi con credibilità, ma a stupire non sono tanto “East Side Story”, un vecchio brano di Bob Seger, o l’ottima “Sister Ann” degli MC5: entrambe le composizioni, infatti, si adattano facilmente allo stile ruvido di Alice e non rappresentano una sfida per l’artista, che si muove tutto sommato in territori già battuti.
Tutt’altra storia, invece, per i due brani restanti, che ci mostrano un Alice Cooper inedito e perfetto anche in abiti diversi. “Your Mama Won’t Like Me” di Suzi Quatro catapulta Alice in un sound vicino al funk e alla Motown, con una sezione di ottoni ad impreziosire il tutto e il cantante che si diverte a stravolgere (come d’altro canto fa da cinquant’anni) i canoni del politicamente corretto. Splendido anche il medley che unisce “Devil With A Blue Dress On” di Shorty Long e “Chains Of Love” dei The Dirtbombs: il rhythm and blues figlio degli anni Sessanta della prima si unisce alla carica rock della seconda, che invece è stata scritta negli anni Novanta, il tutto raccontato come se fosse una serata in un pub, tra amici, a bere birra e parlare di donne.
“Breadcrumbs”, dunque, conferma in primo luogo l’ottima forma di Alice Cooper, che ancora sembra divertirsi e non dà alcun segno di voler cedere al pensionamento. Non si tratterà di un’uscita fondamentale, questo è certo, ma sicuramente ha stuzzicato il nostro appetito, in attesa del nuovo album di inediti previsto per il 2020.