8.0
- Band: ALICE COOPER
- Durata: 00:56:05
- Disponibile dal: 02/07/1991
- Etichetta:
- Epic
- Distributore: Sony
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Ancora inebriato dal successo mondiale di “Trash”, Alice Cooper si affaccia agli anni Novanta con la consapevolezza di poter essere ancora un artista di successo, al passo coi tempi. La Epic Records, da parte sua, non vede l’ora di passare all’incasso con un altro disco da piazzare ai vertici delle classifiche, investendo ancora una volta con mezzi e ospiti di serie A. “Hey Stoopid”, dunque, si incammina sul medesimo percorso artistico intrapreso da “Trash”, con l’intento di rendere il tutto ancora più scintillante, potente e grandioso: per le registrazioni vengono chiamati alcuni dei migliori professionisti sul mercato, nomi del calibro di Joe Satriani, Steve Vai, Vinnie Moore, a cui si affiancano altri big di fama internazionale, come Slash, Nikki Sixx e Mick Mars dei Motley Crue, perfino il Principe delle Tenebre in persona, Ozzy Osbourne, che presta la sua voce nei cori della titletrack.
Il risultato di questo enorme processo produttivo è esattamente all’altezza delle aspettative: “Hey Stoopid” è un lavoro scintillante, colorato ed eccessivo, proprio come la sua copertina. Il sound è potentissimo, con delle chitarre inarrestabili ed un Alice Cooper pronto ad indossare nuovamente i panni decadenti della perfetta rockstar losangelina. Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una vera e propria miniera di singoli, fatti su misura per essere sparati in macchina al massimo volume. La titletrack è un gioiello di melodia e potenza, con la chitarra di Slash a regalare un eccellente lavoro; “Dangerous Tonight” vede risplendere ancora una volta la vena furba e trascinante di Desmond Child; “Wind-Up Toy” prova a riportare in vita gli incubi del passato di Alice, resuscitando nientemeno che il personaggio di Steven, per arrivare ad una (fin troppo) lunga lista di ballad, alcune semplicemente perfette (“Might As Well Be On Mars”), altre fin troppo zuccherose per un personaggio come Alice Cooper. Il vero successo dell’album, però, è la celeberrima “Feed My Frankenstein”, canzone balzata sotto i riflettori anche grazie al film “Fusi Di Testa”, che vede Alice Cooper suonarla prima di diventare protagonista di quella scena entrata ormai nell’immaginario di qualunque fan del cantante (“Non siamo degni! Non siamo degni!”).
“Hey Stoopid”, dunque, conferma in pieno la vena commerciale espressa in “Trash”, con una manciata di canzoni così accattivanti ed energiche da renderlo perfetto per tutti i nuovi fan di Alice Cooper. Ci si aspetterebbe, quindi, di trovarci di fronte all’ennesimo successo da classifica, invece l’album, pur raggiungendo dei numeri più che buoni, non riesce nemmeno ad avvicinarsi allo tsunami del precedente lavoro. Il cantante, da sempre molto attento a cogliere lo spirito del tempo, questa volta non riesce nel suo intento, ancorandosi ad un mondo che sta per essere rovesciato. Solo tre mesi dopo la pubblicazione di “Hey Stoopid”, viene dato alle stampe il secondo album di un trio di Seattle. L’album si chiama “Nevermind” e nel mondo del rock sembra non esserci più spazio per capelli cotonati e vestiti sgargianti.