8.5
- Band: ALICE COOPER
- Durata: 00:50:48
- Disponibile dal: 12/07/1994
- Etichetta:
- Epic
- Distributore: Sony
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E’ già da un po’ di tempo che Alice Cooper ha in mente di dare un seguito al fortunato “Welcome To My Nightmare”, la sua opera più ambiziosa e personale. L’occasione per realizzare questo progetto si presenta nel 1994, a vent’anni di distanza dal suo debutto come artista solista. L’obiettivo del cantante, questa volta, non è sbancare il botteghino, ma ci tiene comunque a fare le cose in grande, perché ogni nuovo album di Alice Cooper deve essere un evento, qualcosa che vada al di là della semplice pubblicazione di un disco. Alice inizia a mettere in piedi una squadra di lavoro di tutto rispetto: personalità di spicco come Jack Blades, Tommy Shaw e Jim Vallance danno una mano in fase di composizione, mentre per le registrazioni viene messa in piedi una band che vede, tra gli altri, Stef Burns alle chitarre, Greg Smith al basso e Derek Sherinian alle tastiere. A dare un tocco di contemporaneità, infine, viene coinvolto anche Chris Cornell, che firma due brani e presta le sue eccezionali corde vocali nei cori. Ma è la componente narrativa di “The Last Temptation” a fare davvero la differenza questa volta. Per il nuovo album, infatti, Alice Cooper prende spunto da un romanzo di Ray Bradbury, “Il popolo dell’autunno”, e immagina la storia di un ragazzo, Steven, che si imbatte in una sorta di circo ambulante misterioso, guidato da uno ‘showman’ tentatore e sinistro che cercherà di catturare la sua anima, immergendolo in un delirio di visioni ed incubi. Da sempre fiero sostenitore delle contaminazioni, questa volta Alice decide di accompagnare la sua musica con un fumetto, scritto da un altro fuoriclasse come Neil Gaiman, disegnato da Michael Zulli e pubblicato dalla Marvel.
Una volta pubblicato, “The Last Temptation” si ferma appena alla posizione 68 di Billboard, non certo un successo dopo l’ubriacatura di “Trash” e (almeno in parte) “Hey Stoopid”, ma a posteriori possiamo tranquillamente dire di trovarci di fronte ad un’altra di quelle gemme nascoste che costellano la discografia del cantante. L’album è una splendida raccolta di canzoni che raccolgono l’eredità degli anni Settanta, adattandola perfettamente nel contesto cupo degli anni Novanta. Alice spoglia la sua musica di tutti gli orpelli inutili e ritrova quell’essenzialità del migliore hard rock. Stef Burns non è un chitarrista metal e riempie l’album di riff sì corposi ma anche squisitamente rock-blues (“Bad Place Alone”), mentre Sherinian gioca spesso con il piano e con l’organo dove qualche anno prima ci sarebbe stato un delirio di sintetizzatori. L’unica eredità degli anni Ottanta, a conti fatti, resta un meraviglioso gusto melodico nei ritornelli e nei cori, che lascia intravedere il potenziale da classifica dei due album precedenti. Alice, da parte sua, veste perfettamente i panni dello showman tentatore, con una performance ipnotica e suadente. Tantissimi i momenti memorabili, partendo dall’iniziale “Sideshow”, perfetta rappresentazione del teatro rock di Alice, passando per l’ironica “Lost In America”, uno dei pochi episodi dell’album portato spesso on stage nei tour successivi, fino ad arrivare alle ballad “It’s Me” e “Stolen Prayer”, la prima delicata e malinconica, la seconda più corale, con una calda anima soul. Il vero colpo di classe, però, è dato dal finale: “Cleansed By Fire” è un vero gioiello, un brano epico, sontuoso, che funge da climax della storia con tanto di scontro finale tra l’eroe e il villain, in un’escalation degna di un grande film.
Dispiace constatare come ancora oggi, a più di venticinque anni di distanza, questo bellissimo album passi quasi inosservato quando si parla di Alice Cooper. Perché dando uno sguardo attento all’intera discografia del cantante, ci sembra evidente come “The Last Temptation” sia la cosa più vicina alla vera essenza di Alice Cooper realizzata fin dai tempi di “Welcome To My Nightmare”. Un lavoro da riscoprire e da consumare nota per nota.