7.5
- Band: ALKALOID
- Durata: 01:04:37
- Disponibile dal: 18/05/2018
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
Lo split tra i membri degli Obscura, o meglio, l’uscita della band di Hannes Grossmann e Christian Münzner, che ha dato origine agli Alkaloid, alla resa dei conti è stata una scelta apprezzabile per tutti gli amanti delle sonorità technical death e progressive metal estremo. Già, perché oggi come oggi, da un lato abbiamo una band (gli Obscura, capitanati da Steffen Kummerer) che è tornata a comporre ciò per cui era nata, con un ritorno alle sonorità melodiche del fortunatissimo “Cosmogenesis”, e dall’altro possiamo annoverare gli Alkaloid come uno dei progetti di punta della scena progressive estrema. Insomma, se una volta avevamo un gruppo valido da seguire, ora ne abbiamo due. Il debutto “The Malkut Grimoire” ci aveva consegnato un gruppo con le idee assolutamente chiare sulla proposta musicale, che mirava il più possibile a un distacco netto e inequivocabile, rispetto alla band di origine. Il risultato finale era un vero e proprio affresco di sonorità anche molto distanti tra di loro, un album progressive di assoluto valore sia tecnico (e ci mancherebbe) che anche e soprattutto emotivo. Ma veniamo ai giorni nostri, perché con “Liquid Anatomy” Münzner e soci sono alle prese con il difficile compito di replicare l’ottimo debut, e tutti sappiamo quanto sia difficile fare ciò, specie in un genere ostile come il progressive. I primissimi minuti di apertura di questo full length sono quanto di più destabilizzante ci sia capitato di sentire da un bel po’ di tempo a questa parte: nelle prime strofe sembra quasi di sentire i Nostri alle prese con un brano dei Toto (sì, proprio quei Toto, quello che suonano AOR), con queste chitarre in levare e le vocals effettate. Tutta questa atmosfera surreale va improvvisamente a deflagrare contro ad un riff mastodontico e ad una sfuriata di doppia cassa dal netto sapore morbidangeliano, era “Domination”, per intenderci. Questo è il brano più sconvolgente, posto ovviamente in apertura appositamente per incuriosire l’ascoltatore a proseguire con la fruizione del platter per vedere fino a dove i Nostri si spingeranno. In realtà, però, gli altri brani sono più “normali”, sebbene in quasi tutti gli episodi ci siano chorus è aperture melodiche spesso inaspettate ma sempre di gran classe. Ciò che ci colpisce positivamente del songwriting degli Alkaloid in questa release, è un utilizzo di un riffing prettamente death metal, con dei chiari e limpidi rimandi ai lavori dei Morbid Angel. Un brano come “As Decreed by Laws Unwritten” sembra uscire da “Blessed Are The Sick”, così le orrorifiche atmosfere di “Azagthoth”. Il brano più progressive e diciamo più “Obscura oriented” è la lunga e appassionante cavalcata finale “Rise of the Cephalopods”. Complessivamente, crediamo che “Liquid Anatomy”, nonostante non arrivi mai ad annoiare, sia leggermente inferiore per ispirazione rispetto al debutto. Tuttavia, sia chiaro che stiamo parlando di un gruppo di fuoriclasse autentici, che difficilmente sbaglia una release. Anche stavolta non hanno toppato.