6.5
- Band: ALL ENDS
- Durata: 00:43:42
- Disponibile dal: 14/10/2010
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Nati nel lontano 2003 come valvola di sfogo dei due chitarristi degli In Flames Jesper Strömblad e Björn Gelotte, accompagnati dietro al microfono dalla sorella di quest’ultimo Emma Gelotte e da Tinna Karlsdotter, gli svedesi All Ends si sono messi in mostra finora per l’omonimo debutto del 2007, passato un po’ in sordina a dispetto dei nomi coinvolti e dell’indiscutibile appeal commerciale della proposta. Persi per strada i due pezzi più pregiati, ancora presenti ma solo in veste di songrwiter, e registrato l’avvicendamento dietro al microfono di Emma con la new entry Jonna Sailon, i nostri si ripresentano ai nastri di partenza forti di un nuovo deal con la Nuclear Blast, sempre più propensa ad allargare il proprio bacino d’utenza in ambito mainstream metal, dopo i successi ottenuti con Nightwish e Indica. Da questo punto di vista "A Road To Depression", a dispetto del titolo, si rivela una scommessa vinta in partenza grazie al talento e al fascino delle due cantanti; anche a livello strumentale erò il loro alternative rock/metal impressiona favorevolmente, in virtù di un sound di facile presa ma meno scontato di quanto potrebbe sembrare ad un primo ascolto. Perfetta in questo senso è la tripletta iniziale – il tanz metal di "Obvious", l’hard rock frizzante di "Generation Disgrace" e la tirata "I Know Who I Am" sono quanto di meglio il platter abbia da offrire – oosì come degne di nota appaiono anche "I’m A Monster", versione più dolce dei Passenger di Anders Friden, e la graffiante "Area 1 (Hope And Fear)". Più scontata, ma comunque imperdibile per i nostalgici degli Evascenence, la sezione centrale ricca di ballad ("Hear Me Now", "Don’t Be Scared" e "Nobody’s Story"), mentre a risollevare le sorti dell’album ci pensa la title track posta in chiusura. Se pur tutto fuorchè trascendentale, questo "A Road To Depression" si rivela dunque un dischetto piacevole all’ascolto, ideale per aumentare le quote rose del vostro iPod senza inflazionare ulteriormente il già abusato genere gothic.