ALL FOR METAL – Gods Of Metal (Year Of The Dragon)

Pubblicato il 12/09/2024 da
voto
5.0
  • Band: ALL FOR METAL
  • Durata: 00:40:25
  • Disponibile dal: 23/08/2024
  • Etichetta:
  • Reigning Phoenix Music

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Qualche lettore si ricorderà sicuramente del nostro scarso apprezzamento per l’album di esordio del progetto All For Metal uscito lo scorso anno, da noi descritto come una evidente operazione commerciale plastificata a tavolino, nonché impacchettata ad hoc, per fornire un prodotto di facile intrattenimento e scarsa ispirazione musicale a tutti coloro cui basta vedere due spadoni smussati e qualche armatura da cosplayer, abbinati a dei testi profondi come una goccia di sudore, per sentirsi degli autentici guerrieri del metallo.
Considerando la totale dozzinalità di songwriting e comparto strumentale, gli unici punti di forza di quel prodotto risultano tuttora alcuni brevi stacchi canticchiabili e la dualità di presenza dei due frontmen, entrambi a loro modo possenti e provvisti di due diversi stili vocali, a parer nostro sprecati in questa sede; soprattutto per quanto riguarda il nostrano Antonio Calanna.
Ebbene, ad appena un anno di distanza ci si presenta dinnanzi un seguito in cui, se possibile, le cose sono andate ancora peggio che con l’esordio, nonostante il passaggio di label: a partire da una copertina orrenda con in primo piano i due vocalist sopracitati, agghindati da samurai in erba, con alle spalle un drago in computer grafica posticcia, peraltro dalla parvenza tutt’altro che giapponese nonostante sembri che i toni del disco vogliano orientarsi in quella direzione. Inoltre, il 2024 è effettivamente l’anno del Drago, ma sebbene l’oroscopo in questione venga utilizzato anche in Giappone, sarebbe più corretto descriverla come una ricorrenza originariamente cinese, al contrario dei celebri spadaccini menzionati più volte negli insipidi testi di questo “Gods Of Metal (Year Of The Dragon)”, nel quale vengono infilati a forza anche i soliti vichinghi, tanto per non farsi mancare niente.
Da notare il titolo che, oltre a ricordarci il compianto festival italiano a tema, non perde occasione per scimmiottare gente dalla storia leggendaria come i Manowar o gli Heavy Load, abbinato ad un comparto musicale che ricorda vagamente una versione triste e poco ispirata degli svedesi Hammerfall, con al centro dell’attenzione dei ritornelli resi catchy a forza sfruttando escamotage telefonati e pretesti sempliciotti per spingere il pubblico a canticchiare agitando daghe di gomma, peraltro con un successo che ci fa interrogare sul metro di giudizio di molti ascoltatori odierni.
In tutta onestà, a parte magari le sporadiche accelerazioni di “When Monsters Roar” e una ballad meno sgradevole del previsto come “Path Of The Brave”, non troviamo particolari episodi da prendere singolarmente in analisi, dal momento che ogni pezzo tende a far leva sui medesimi stilemi, peraltro con una monotonia totale, data dal comparto ritmico piattissimo e da una dimensione che raramente devia dal tipico andamento cadenzato, su cui svettano delle eventuali cavalcate di chitarra e delle linee vocali tanto orecchiabili quanto banali; il tutto con qualche digressione dal gusto orientale qui e là.
Un’altra eccezione potrebbe forse essere la nona traccia “Valkyries In The Sky”, impreziosita vagamente dalla presenza del chitarrista teutonico Tim Hansen (Induction) e della cantante olandese Laura Guldemond (Burning Witches), che si fanno notare grazie ad un timido azzardo di contributo personale, prima di ricadere nella mediocrità più assoluta dell’accoppiata finale, che non fa pressoché niente per donare al tutto una dose maggiore di efficacia e pathos. Da notare però il titolo “Who Wants To Live Forever”, la cui caratteristica migliore è il titolo identico alla celebre canzone dei Queen.
Ribadiamo che siamo in parte dispiaciuti per la severità riservata a questa operazione, dal momento che al suo interno trovano posto anche musicisti validi, ma riteniamo che oggigiorno prodotti come questo abbiano un target che poco ha a che fare con l’heavy e il power metal, nonostante la parvenza sembri indicare un surrogato proprio di questi filoni, ancora potenzialmente amati e nei quali figurano realtà che suonano e compongono con grinta e cuore, senza ricorrere gimmick facili e ad escamotage degni di una fiera del fumetto o di una tribute band dei Manowar assortita non proprio benissimo.

TRACKLIST

  1. Cry For Help
  2. Gods Of Metal
  3. Year Of The Dragon
  4. The Way Of The Samurai
  5. Temple Of Silence
  6. When Monsters Roar
  7. Path Of The Brave
  8. Like Thor And Loki
  9. Valkyries In The Sky
  10. Welcome
  11. Who Wants To Live Forever
  12. The Journey Will Not End
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