ALLEGAEON – The Ossuary Lens

Pubblicato il 01/04/2025 da
voto
8.0
  • Band: ALLEGAEON
  • Durata: 00:44:40
  • Disponibile dal: 04/04/2025
  • Etichetta:
  • Metal Blade Records

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Nell’ideale terra di mezzo che si pone tra il metal più mainstream e quello underground si trovano gruppi di assoluto spessore, la cui proposta è sufficientemente accessibile per attrarre una buona fetta di pubblico ma non sufficientemente omologata o innovativa per le masse: è questo, ad esempio, il caso degli Allegaeon, formazione del Colorado dedita ad un melodic technical death metal futuristico (abbreviato in ‘melotech’, secondo la definizione da loro stessi coniata), ovvero una versione moderna, groovy e progressive del Gothenburg sound d’annata, idealmente collocabile a metà strada tra gli Scar Symmetry e gli August Burns Red.
La notizia dell’uscita del cantante Riley McShane – voce principale negli ultimi tre album, artefici di un’evoluzione culminata nel capolavoro “Damnum” – aveva gettato i fan nello sconforto, ma come già per i Killswitch Engage la soluzione era la più naturale, ovvero il ritorno del cantante originale Ezra Haynes, presente sui primi tre lavori, usciti tra il 2010 e il 2014 ed altrettanto validi, se pur meno sfaccettati.
La sfida più grande era vedere come il nuovo-vecchio frontman se la sarebbe cavata sulle parti pulite, inserite appunto negli ultimi anni: da questo punto di vista la prova può dirsi brillantemente superata, come dimostrato dai cori avvolgenti di “Driftwood”, accostabile ai Soilwork più ispirati, o dai potenti ritornelli della futuristica “Wake Circling Above”, brano caratterizzato da arrangiamenti cinematografici ed effetti distorti in grado di trasportarci per sei minuti in un futuro post-apocalittico secondo modalità impensabili ai tempi di “Formshifter” (secondo album ancor più ricco di tecnica ma meno ‘evocativo’).
Detto della maggiore poliedricità vocale del redivivo Haynes, il resto della band si conferma ai livelli di eccellenza cui eravamo abituati, con i consueti virtuosismi da leccarsi le orecchie – segnaliamo a titolo di esempio l’attacco in alternate picking di “The Swarm” o “Dark Matter Dynamics”, su cui figura come ospite il classic guitar hero Adrian Bellue – anche se rispetto al recente passato le due chitarre di Greg Burgess e Michael Stancel prediligono un approccio più diretto, come testimoniato dal minutaggio più contenuto delle singole tracce e della tracklist nel suo complesso (per la prima volta più vicina ai canonici tre quarti d’ora che all’abbondante giro d’orologio cui eravamo abituati).
“Chaos Theory” e “Dies Irae” sono due ottimi esempi in questo senso, concentrando in pochi minuti una potenza ritmica e una cascata di melodia degna dei migliori Unearth, mentre “Scythe” parte più piano con un intro quasi recitata salvo poi esplodere anch’essa in un esplosivo melodeath ipertecnico in cui anche il bassista Brandon Michael e il batterista Jeff Saltzman hanno modo di ritagliarsi il loro spazio pur senza eccedere in virtuosismi fini a se stessi; il tutto, come da tradizione, tirato a lucido dalla produzione del fido Dave Otero, punto fermo di tutta la discografia della band ed anch’essa evolutasi nel corso degli anni.
Il consueto semi-concept fantascientifico – stavolta incentrato sul tema della morte, da cui il titolo “The Ossuary Lens” – arricchisce come da tradizione un disco di per sé già ricchissimo di spunti musicali, forse più immediatamente assimilabile (e meno sorprendente) rispetto al precedente “Damnum”, ma comunque da annoverare come l’ennesimo centro nella carriera di una band capace di sopravvivere anche al cambio di cantante senza scossoni..

TRACKLIST

  1. Refraction
  2. Chaos Theory
  3. Driftwood
  4. Dies Irae
  5. The Swarm
  6. Carried by Delusion
  7. Dark Matter Dynamics (feat. Adrian Bellue)
  8. Imperial
  9. Wake Circling Above
  10. Scythe
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