5.0
- Band: ALMAH
- Durata: 00:44:32
- Disponibile dal: 21/10/2011
- Etichetta:
- AFM Records
- Distributore: Audioglobe
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Dopo aver stabilizzato la propria line up col precedente “Fragile Equality”, è venuto per gli Almah il tempo di virare verso nuovi orizzonti musicali e dunque prendere le distanze, per lo meno in parte, dalle sonorità power progressive metal dei primi due dischi. La svolta di “Motion” non si può definire totale perché sono ancora presenti alcune soluzioni melodiche riconducibili al passato, ma indubbiamente il quintetto brasiliano, in questa occasione, ha puntato su un sound più moderno e pesante, riconducibile ad un thrash metal di ultima generazione perlomeno nelle strofe, mentre sui refrain portanti sono frequenti i richiami neoclassici. L’impressione, ascoltando le tracce del nuovo corso, è che gli Almah non riescano ancora a maneggiare le nuove sonorità con sufficiente autorevolezza e, per quanto non manchino gli spunti di interesse, “Motion” risulta troppo spesso forzato, pensando alla struttura traballante di “Zombie Dictator”, contraddistinta da una strofa aggressiva con tanto di scream vocals e ritmiche thrashy, salvo poi virare sul power metal nello scontato ritornello. Purtroppo le note dolenti non finiscono qua, perché anche il singer Edu Falaschi si fa coinvolgere dalla smania di cambiamento, improvvisando spesso e volentieri un cantato aggressivo che per il momento non pare assolutamente nelle sue corde, come dimostra la sua balbettante performance nell’opener dai connotati metalcore a titolo “Hypnotize” o le forzature nella peraltro interessante “Bullets On The Altar”. Prendiamo atto del coraggio degli Almah nel buttarsi in una nuova avventura musicale, ma per il momento possiamo annotare solo qualche idea interessante. Disco di transizione che scivola via lasciando poche tracce di sé.