8.0
- Band: ALPHA WOLF
- Durata: 00:39:49
- Disponibile dal: 05/04/2024
- Etichetta:
- Sharptone Records
Spotify:
Apple Music:
L’ultima delle sensation metalcore australiane arriva dalla Tasmania e non ha intenzione di arrestare una crescita rampante ed estesa al Vecchio e al Nuovo Continente: la deflagrazione è rintracciabile nell’esplosivo singolo “Akudama” pubblicato nel giugno 2020, oggi verso i ventotto milioni di ascolti su Spotify (per fare un paragone “Counting Worms” dei Knocked Loose ne ha trentuno), seguito dal full “A Quiet Place To Die”, ben accolto e pieno di potenziale, che ha concretizzato la transizione verso gruppo headliner un po’ ovunque.
Grazie all’onda del successo, gli Alpha Wolf si permettono oggi di portare in tour i loro ‘padri’ Emmure e di ospitare l’O.G. per antonomasia Ice T, e proprio su quest’onda devono mantenere le promesse ed essere capaci di cavalcare senza esserne disarcionati.
Nati come band di moderno hardcore/metalcore gli australiani hanno incorporato elementi nu-metal che splendono nella loro maggiore hit, citata poc’anzi: ci aspettavamo quindi che il terzo disco ufficiale andasse a calcare la mano in questa direzione, facendo leva sui riff caotici, frizzanti e pazzerelli del chitarrista Sabian Lynch, novello Wes Borland in versione hypebeast; ecco quindi servita l’ovvia apertura “Bring Back The Noise”, sorta di proseguo ideale ideato per replicare “Akudama” durante i concerti, che ospita addirittura una sezione di scratch nel più sentito riferimento a Slipknot, Limp Bizkit o Linkin’ Park.
Anche “Sucks 2 Suck” calca la mano nella direzione attesa, con una strofa quasi rappata di Lochie Keogh e la benedizione di Ice T, mentre la successiva “Double-Edge Demise” cita gli Emmure combinando testi elementari e groove mostruosi.
Chi non trova i Korn nei suoni liquidi e spettrali di “Haunter” ha vissuto probabilmente su Marte, ma non ci sono solo rimandi, citazioni ed ispirazioni: “Mangekyō” e “A Terrible Day For Rain”, una accanto all’altra, mostrano l’allucinante potenziale di fuoco degli AW con groove, potenza, aggressività e davanti a tutto un arsenale di riff che fanno la differenza per fantasia ed imprevedibilità.
Fin qui troviamo la conferma di tutto ciò che ci aspettavamo, impacchettato in un cover artwork che sembra scippato agli (Hed)P.E. e farà alzare più di un sopracciglio; la band però ha voluto anche osare, andando ad inserire alcuni momenti di introspezione come la sincera e triste “Whenever You’re Ready”, dove anche vocalmente si imboccano nuovi percorsi, o la profonda “Ambivalence”, che in maniera inattesa ci trasporta in un vortice di paesaggi sonori, realizzando quegli slanci che in passato, per esempio in “Bleed 4 You”, non erano mai stati completati in maniera esaltante.
“Half Living Things” spinge, è spavaldo e divertente come ci si aspetta e si pretende dalla band di “Sub-Zero” e “Black Mamba”, con una scrittura ispirata, una progressione nella tecnica individuale e qualche sprazzo di profondità e maturità: è la prova, gli Alpha Wolf hanno la propria spiccata identità e non sono una meteora.