8.0
- Band: ALTARAGE
- Durata: 01:03:16
- Disponibile dal: 23/04/2021
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
Che Altarage fosse un progetto ambizioso lo si era intuito già ai tempi del demo “MMXV”, sintesi parimenti spaventosa e brillante delle correnti death-black più ostili e allucinate materializzatesi nel corso degli anni Duemila. Da allora non si può dire che la misteriosa formazione iberica abbia compiuto chissà quale evoluzione stilistica, rimanendo ferma su posizioni a dir poco inavvicinabili per coloro che non masticano il linguaggio di gente come Teitanblood, Portal e Dragged into Sunlight, ciononostante è innegabile come – disco dopo disco – tale formula sia stata affinata fino a raggiungere uno stato dell’arte che nel qui presente “Succumb” squarcia i cieli e ribalta le viscere della Terra quasi fosse il rumore assordante dell’Armageddon.
Un suono ostico ed enorme che, sotto tonnellate di distorsioni e dissonanze, cela una concretezza, una capacità di far male tanto al corpo quanto alla mente, davvero rare oggigiorno, frutto dell’evidente talento di riuscire a traslare in musica i peggiori incubi senza ricorrere a sterili onanismi o volendosi ficcare in qualche vicolo cieco (si pensi al ‘fenomeno’ Imperial Triumphant). Concetti, immagini e sensazioni che il terzetto ripropone anche in questa nuova fatica sulla lunga distanza con il piglio autoritario di chi è perfettamente padrone della situazione e non deve certo dimostrare le proprie doti tecniche a qualcuno, puntando anzi a ridurre il quantitativo di riff in favore del peso specifico di questi ultimi. Forse, per rendere l’idea di quanto l’operato del guitar work sia effettivamente imponente e distruttivo, dovremmo ricorrere al caps lock e scrivere RIFF, vista la maniera in cui i passaggi della (lunga) tracklist sprigionano un’onda d’urto annichilente… un flusso che avvolge, martella e stritola inducendo ora all’headbanging più insistente, ora alla trance apocalittica, secondo leggi gravitazionali a cui risulta davvero difficile sottrarsi.
Mai gli Altarage erano stati così fluidi e concentrati a livello di scrittura, mai i loro brani avevano raggiunto un simile livello di presa, mai il risultato finale era apparso tanto rifinito e curato (sugli scudi soprattutto le scelte di produzione); dal groove alienante di episodi come “Magno Evento”, “Foregone” e “Lavath” ai rintocchi melodici di “Devorador de mundos” (brano conclusivo per antonomasia la cui coda rumorista poteva forse essere limata), “Succumb” è la prova definitiva del talento e della visionarietà dei terroristi sonori di Bilbao. Un’opera di sicuro non adatta ai deboli di cuore, ma non per questo meno degna di lode.