8.0
- Band: ALTER BRIDGE
- Durata: 00:59:09
- Disponibile dal: 09/10/2007
- Etichetta:
- Universal Republic
- Distributore: Universal
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Formatisi nel 2004 dalle ceneri dei pluri-osannati Creed, gli Alter Bridge ci hanno consegnato un capolavoro come “One Day Remains”, uno dei dischi più grandi della storia del rock (in questo caso sarebbe meglio chiamarlo post-grunge), secondo il modesto parere di chi scrive. Reduce dal successo della band d’origine, e forse confuso sulla nuova direzione musicale da intraprendere, il buon Mark Tremonti, chitarrista e principale compositore della band, si rimbocca le maniche e scrive undici song una più bella dell’altra. Il tempo di contattare lo strepitoso vocalist Myles Kennedy, ed ecco che la miscela esplosiva si è affacciata sul mercato. Risultati di vendite non rispondenti alle aspettative hanno parzialmente dissestato la band, che si è ritrovata senza contratto. Per fortuna la Universal ha deciso di guardare oltre il proprio naso, licenziando il nuovissimo “Blackbird”. Le coordinate dell’album si spostano leggermente verso soluzioni più heavy ed adrenaliniche, sempre con un occhio di riguardo alla melodia. Per capire realmente cosa propongono gli Alter Bridge è sufficiente prendere il sound dei Creed, aggiungere un po’ di velocità qua e là, grandi chitarre, heavy come non mai, e soprattutto un cantante da infarto. La voce di Myles Kennedy duella con il riffing forsennato di Tremonti nel duo iniziale, “Ties That Bind” e “Come To Life”, un pugno in pieno stomaco proprio mentre ci stiamo apprestando ad affrontare l’album. Dichiarazione di intenti con “Brand New Start”, più cadenzata e dotata della tipica melodia Alter Bridge, mai scontata ma ficcante come poche. Abbiamo puntato sul cavallo giusto, non c’è dubbio. Più canonica “Buried Alive”, che stenta a colpirci nel cuore, come invece accade con la successiva, intensa “Coming Home”. Eccoci tornare ai tempi dei primi Creed con la americanissima “Before Tomorrow Comes”, sostenuta da una strepitosa sezione ritmica ed impreziosita dalla voce di Kennedy. Il singolo “Rise Today”, già circolato in rete da diverso tempo prima della pubblicazione dell’album, aveva lasciato una volta tanto tutti a bocca aperta, anche grazie all’interessante testo. Eccoci arrivati alla title track, sicuramente il pezzo più intenso dell’album, un sentito tributo ad uno scomparso amico del singer, portato via da un male incurabile. Qui l’espessività è ai massimi livelli: le chitarre doom di Tremonti ci scavano nella carne e la voce di Myles ci percorre la schiena con un brivido. Uno sguardo al precedente “One Day Remains” con la successiva pesantissima “One By One”, per arrivare alla ballad in pieno stile AB: “Watch Over You”. C’è chi storce il naso davanti a pezzi del genere, ma sfidiamo chiunque a non sciogliersi alle note incisive e dolci della song, recentemente riproposta in duetto con l’onnipresente Cristina Scabbia (Lacuna Coil). “Break Me Down” passa quasi inosservata, mentre la super speedy “White Knuckles” e l’ultima, ricchissima ballad “Wayward One”, suggellano un album davvero valido, leggermente al di sotto del precedente “One Day Remains” (siete caldamente invitati ad ascoltarlo!), che ci consegna una band in gran forma, consapevole dei propri mezzi. Fatelo vostro al più presto.