7.5
- Band: ALTERED DEAD
- Durata: 00:33:38
- Disponibile dal: 25/01/2021
- Etichetta:
- Memento Mori
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Se esiste una certezza nella scena musicale odierna, questa è rappresentata dalla fertilità del circuito underground, il quale è sempre pronto a metterci davanti opere tanto inattese quanto interessanti. Ad esempio, “Returned to Life”, secondo full-length degli Altered Dead, ci presenta una death metal band capace di inserire alcune piccole insperate sfumature all’interno di una proposta tendenzialmente molto classica. La base del sound del gruppo canadese – un duo composto dal batterista/cantante Julian e dal chitarrista/bassista/cantante Mic – strizza infatti più volte l’occhio alle barbarie degli Autopsy degli inizi, tuttavia un ascolto più attento rivela una sagace capacità nello sviluppare il tema strumentale, inserendo riff inaspettati ed escogitando vivaci cambi di dinamica. Se a livello di resa sonora complessiva il gruppo può dunque essere accostato a gente come Maim o Bastard Grave (complice anche un avvio di tracklist che bada particolarmente alla sostanza), la struttura di alcuni dei pezzi qui inclusi rivela uno svolgimento meno uniforme e claustrofobico rispetto a quello dei colleghi, tanto da scomodare paragoni con l’inventiva dei vecchi Nirvana 2002 o – volendo restare sul panorama odierno – dei loro connazionali Vanhelgd. Certo, questo occasionale estro nel riffing di chitarra – abile nel passare da soluzioni groovy ad altre più arzigogolate – non si traduce mai in finezze potenzialmente apprezzabili da coloro che non hanno i piedi ben piantati nell’underground death metal e che prediligono le forme più tecniche e raffinate del genere, ma le trame concitate di brani come “Prosodemic Realms”, “Empostomb”, “Thrawing in Agony” o “… Of the Oppressed” parlano chiaro: gli Altered Dead hanno un chitarrista di buon livello, sanno crescere alla distanza e vanno scoperti e ascoltati con più attenzione del previsto. Un piccolo neo del disco, semmai, è la sua durata esigua: trentatre minuti sono forse un po’ pochi, soprattutto se si considera che quasi cinque di essi sono occupati da una cover competente ma tutto sommato superflua di “Into the Crypts of Rays” dei Celtic Frost. Con un altro paio di tracce sulla scia di quelle citate, ora potremmo parlare di un lavoro con una vera marcia in più. In ogni caso, per chi vive di pane e old school death metal, “Returned to Life” riesce comunque a dimostrarsi un album notevole, nel quale energia e passione vanno una volta tanto a braccetto con apprezzabili impennate di ingegnosità.