ALTHEA – Eleven

Pubblicato il 30/04/2014 da
voto
7.0
  • Band: ALTHEA
  • Durata: 00:30:24
  • Disponibile dal: 01/04/2014

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Per niente dei principianti questi Althea, progressive band milanese attiva sul territorio dall’ormai lontano 1998, e autori con questo “Eleven” del proprio quinto disco. Completamente autoprodotto, il qui presente album, disponibile anche in versione download digitale sulla pagina officiale del gruppo, si distingue per una produzione su livelli molto alti e per un gusto compositivo assai elegante, orientato a soluzioni non eccessivamente tecniche e che tengono in gran conto anche l’aspetto melodico. Tracciare una mappa delle influenze eccellenti che hanno agito sul pentagramma degli Althea non è per niente una missione impossibile: si avvertono infatti subito le tracce dell’influenza Dream Theater, input precisi che vengono contornati qua e la da qualche influsso più riflessivo proveniente dai Fates Warning, o dai Porcupine Tree. Al di là però di questi, che sono solo colori, sono sicuramente i cinque del Teatro del Sogno l’influenza più evidente, risultando presenti in ciascuna delle sei canzoni presenti lungo questi circa trenta minuti di ascolto. Per fortuna la perizia tecnica degli Althea, il loro gusto melodico, e la giusta decisione di non perdersi in inutili tecnicismi allungando la minestra sono elementi che concorrono a farci chiudere gli occhi sull’aspetto originalità, convincendoci anzi ad accantonarla per concentrarsi su quanto di buono proposto da questo interessante combo. E, di roba buona, vi assicuriamo che ce n’è molta, a partire dall’ottimo cantante Alessio Accardo, un vero fuoriclasse per il genere. Con la propria timbrica dolce, l’intonazione pulita e la buona estensione, il ragazzo milanese si mostra infatti decisamente nelle corde di un genere che proprio sul cantante ripone molta importanza, e si mostra capace di elevare soprattutto i pezzi più lenti e coinvolgenti come l’ottima “Silence” decisamente al di sopra del risultato che ci si sarebbe potuti aspettare. Simile nel timbro all’ottimo De Luigi degli Empty Tremors, quelli dello strabiliante “Iridium” del 2010, proprio grazie alla propria voce finisce per ricordarci alcuni passaggi di quell’ottimo album sebbene, lo abbiamo già detto, qui risultiamo un pelo più diretti ed accessibili, anche se decisamente meno personali ed originali. L’ascolto di “Eleven” è sorprendentemente fluido per un disco di metal progressivo, e l’opener “Just A Man”, il pezzo preferito da chi scrive, ne è una presentazione quanto mai fedele. Il brano s’impone alle nostre orecchie grazie a buone melodie e ad un impianto strumentale sicuramente in forma, e lo stesso fa la successiva “1000 Storey Tall”, una sorta di clone delle canzoni degli ultimi Dream Theater, ma con un uso diverso dei synth. La già citata “Silence” lascia un solco nel nostro cuore grazie al perfetto cantato, mentre “I Can’t Breath” e la conclusiva “Ghost” sono brevi interludi che mettono ancora in mostra un buon gusto melodico. La suite “Lies”, dalla durata decisamente più in linea con le band ‘madri’ è anche apprezzabile nel suo riuscito tentativo di esplorare diverse sonorità senza risultare stucchevole. Insomma, tutto in “Eleven” ci fa parlare di un album più che buono, che non finisce nella nostra zona hot solo per l’eccessiva derivatività in fase compositiva. Nonostante, come già detto, abbiamo deciso di perdonare questo difetto, dobbiamo anche ricordarci che i Dream Theater sono una delle band più copiate al mondo… ripercorrere in maniera marcata il sound di un gruppo può anche andare bene, ma quando il nome in questione è così abusato… l’alone di già sentito diventa sicuramente più pesante da digerire. Ma di sicuro un bel sette agli Althea non glielo togliamo proprio…

TRACKLIST

  1. Just A Man
  2. 1.000 Storey Tall
  3. Silence
  4. I Can't Breathe
  5. Lies
  6. Dreaming Veil
  7. Ghost
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