ALUK TODOLO – LUX

Pubblicato il 05/09/2024 da
voto
7.5
  • Band: ALUK TODOLO
  • Durata: 00:38:52
  • Disponibile dal: 06/09/2024
  • Etichetta:
  • Norma Evangelium Diaboli

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Musica per anime dissolute, musica per chi aborre i cliché, musica per chi va in cerca di emozioni forti e vuole farsi travolgere, arrendersi a note che viaggiano all’impazzata ignare delle regole formali, ribollenti di forza ultraterrena e inclassificabile visionarietà. La proposta dei francesi Aluk Todolo non è mai stata e mai sarà – speriamo – qualcosa destinato a un grande pubblico, alle masse, al mainstream. Si connota per essere qualcosa di ermetico e per pochi, e con questo non ne vogliamo dare un’idea elitaria, come se si dovessero possedere chissà quali doti intellettive per comprenderla. Va da sé, però, che un album come “LUX”, così come è stato per tutti i passati lavori del trio transalpino, non è quell’ascolto docile e misurato al quale un po’ tutti potrebbero dedicarsi. Interamente strumentale, diviso in singole tracce anche stavolta prive di un vero titolo, “LUX” è un’alchimia di suoni con solo qualche parvenza di umano qua e là, mentre per il resto ci appare come una selvaggia, spiritata, immersione in un universo sensoriale grondante assurdità e allucinazione.
Toccato probabilmente l’apice creativo con il monumentale “Occult Rock”, manifesto del pensiero del terzetto per sommatoria di idee, stravaganza, eccentricità e voglia di sfidare il prossimo, data anche una lunghezza praticamente doppia – oltre gli ottanta minuti – rispetto agli altri lavori della band stessa. Non che con il successivo “VOIX” le cose si siano fatte più facili, gli Aluk Todolo non sono diventati come per incanto più digeribili, ma sicuramente un minutaggio più contenuto mette meno in difficoltà, in ragione di contenuti comunque densi, fitti di particolari, sfuggenti e totalmente non lineari.
Al cospetto di “LUX”, ci viene difficile parlare di una nuova evoluzione da parte del gruppo: in buona sostanza, sono semplicemente gli Aluk Todolo che fanno cose alla Aluk Todolo. La speciale e unica commistione di black metal, post-rock, krautrock, jazz, psichedelia è al solito declinata in partiture che a malapena stanno in ambiti riconoscibili e non troppo impetuosi nelle fasi iniziali, per poi disperdersi e impazzire, espandersi ovunque, tentacolari, istintive eppure guidate da un disegno preciso, per quanto labirintico e di ardua comprensione.
Loro definiscono la propria musica, semplicemente, ‘occult rock’, e non si tratta ovviamente di quello che di solito consideriamo ‘occult rock’: una definizione della quale i francesi danno un’interpretazione personalissima, ma se vogliamo anche azzeccata, perché il senso di insondabile mistero, di un criptico messaggio contenuto, nascosto, tra le note, è effettivamente palpabile. Non è nemmeno un caso che il trio in passato abbia suonato in chiese sconsacrate, in quanto un certo fascino sacrale promana da quanto suonato, soprattutto quando i ritmi sono meno vorticosi e una malsana oscurità, come nel doom più maligno, scende su di noi.
L’instabilità irrequieta del basso, l’ondeggiare nell’indefinitezza della chitarra, il tambureggiare storto e capriccioso della batteria, fanno venire il mal di testa, in un incessante processo di costruzione e decostruzione della materia sonora. La psicosi prende spesso il sopravvento, la pressione si fa insostenibile, in un esercizio di stile ed esplorazione delle possibilità degli strumenti affascinante, anche se non facile da tollerare per l’intera durata del disco.
Nonostante si rimanga sotto i quaranta minuti, l’esperienza uditiva è tutt’altro che serena e bisogna in ogni caso essere ben predisposti alla contorta foga Aluk Todolo, per sopravviverne. SI potranno allora ammirare con piacere le pulsioni a suonare fitti, instabili e rumorosi come nella quarta traccia, oppure concedersi a un malato ipnotismo, come nella sesta e conclusiva fase di questo “LUX”. Si potrebbe al massimo obiettare che i francesi, nelle ultime prove, non abbiano tirato fuori nulla di nuovo, dopo aver espresso qualcosa di più sfizioso e ricercato fino ad “Occult Rock”. Poco male, restiamo lo stesso nel campo dell’eccellenza e, cosa ancora più importante, il gruppo salvaguardia la sua unicità e il piacere nel suonare musica inclassificabile e non omologata.

TRACKLIST

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