6.5
- Band: ALUK TODOLO
- Durata: 01:24:12
- Disponibile dal: 21/10/2012
- Etichetta:
- Norma Evangelium Diaboli
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“Occult Rock” è il quinto full-length per il misterioso trio post-rock francese Aluk Todolo, band che annovera tra le sue fila membri dei black metaller Diamatregon e Vediog Svaor. La proposta dei Nostri in principio sembra ben inquadrabile e per niente ambigua, ma man mano che il disco respira e prende vita ci si rende presto conto che la faccenda è ben diversa da quella che avevamo immaginato appena iniziato l’ascolto: la band ha ben più che una sola cartuccia in canna da sparare, e che i suoi intenti vanno ben oltre la semplice accettazione di qualunque prevedibilità. Il post-rock dei Nostri è scellerato, forsennato e incredibilmente selvaggio, ed è solo la punta dell’iceberg del loro sound. La loro musica è abrasiva e antiestetica come quella di molte band noise-rock volutamente incentrate sulla rozzezza e sull’antimusicalità. Si scorge senza fatica, nel sound a tratti urticante dei Nostri, il seme primordiale dei Jesus Lizard e delle loro spastiche dissonanze e asperità compositive, dei Drunkdriver, dei Big Black e dei Butthole Surfers. Non solo il suono è ostico, ma anche l’approccio scelto dalla band nella composizione è altrettanto sguaiato e imprevedibile. Esiste molta ripetitività nella musica degli Aluk todolo, una ripetitività quasi morbosa e accanita che mira a creare sconforto e una sorta di nausea musicale. I Nostri in questi momenti ricordano l’insensatezza dei Liars o i deliri ipnotici degli Oneida più improponibili di “Each One Teach One”. Scatti fulminei di schegge noisecore regresso vengono fagocitati e ingoiati in rallentamenti nauseabondi e rumorosi dal quale sembra impossibile liberarsi. Altri momenti sono più dritti e “ovvi” ma vengono presi di petto dalla band grazie ad un bagaglio tecnico non trascurabile che permette loro di macinare velocità e cambi di tempo notevolissimi, e in questi frangenti le progressioni brucianti che inanellano ricordano le solite compagini math-rock degli anni Novanta con Shellac in testa, ma anche Uzeda e Slint a indicare la strada, e con infine il bagaglio tecnico dei Don Caballero e dei più recenti Dysrhythmia in traino a fare da rinforzo. La proposta dei francesi infine ha una componente psichedelica quasi pervasiva e oppressiva e la quantità di effetti attraverso la quale viene filtrata la chitarra sembra quasi esagerata e fa assumere alla musica dei Nostri tratti quasi surreali e grotteschi. Ma questi d’altronde sono musicisti provenienti dal black metal e mostrano dunque di essere esperti nello spostamento di umori in chi ascolta verso i lidi del disagio, dell’angoscia e dello sconforto più totale. Se ne è accorta da Norma Evangelium Diaboli, notoriamente controllata dai membri dei Deathspell Omega, per cui in questo campo il marchio di qualità tendente al “negativo” è garantito. Il problema, il grosso problema del disco non sta nella composizione e nel gusto musicale della band, certamente di nicchia ma senz’altro ineccepibile e anche “altolocato”, ma semmai nell’aspetto formale e logistico del lavoro, che risulta osticissimo, e quasi improponibile. “Occult Rock” è infatti composto da due dischi, contenente quattro tracce ciascuno che non scendono mai sotto i dieci minuti di lunghezza, per una durata complessiva di quasi un’ora e mezza di martellamento post-strumentale agghiacciante e soffocante. Insomma, non c’è creatività e ingegno che tenga: la concentrazione, messa di fronte a cotanto materiale da smaltire, inevitabilmente si sfilaccia nell’impazienza più totale e perde la sfida col format alquanto presto. Ci si accorge velocemente dunque che la pazienza, nel metabolizzare con la giusta attenzione questo monumentale lavoro di post-psych-rock annerito, viene completamente a mancare. Davvero un prodotto ammirevole per le capacità mostrate e nella sostanza, ma purtroppo solo per stomaci forti nella forma.