6.5
- Band: AMBERIAN DAWN
- Durata: 00:39:49
- Disponibile dal: 27/06/2014
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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Riconosciamo agli Amberian Dawn un’incrollabile dedizione al proprio lavoro: cinque album con i quali non si è mai sfondato basterebbero ad un sacco di band per gettare la spugna, ma evidentemente i musicisti power finlandesi sono di una fibra più resistente. Niente spugne sul suolo del ring dunque, solo un nuovo guanto di sfida, rappresentato dall’arrivo di una nuova cantante dalla voce e dall’approccio più interessanti rispetto alla dimissionaria Heide Parviainen. Logico quindi aspettarsi come la nuova fanciulla, che porta il breve nome d’arte Capri, si trovi a questo giro per lo più sotto l’occhio della critica; ma c’è anche da dire che lei l’esame lo passa davvero brillantemente. E’ purtroppo ancora una volta la band a mostrare seri limiti sul fattore personalità… Mai staccatisi del tutto dal cordone ombelicale che li legava (e li lega un po’ tuttora) ai Nightwish, gli Amberian Dawn non sembrano essere in grado di scrivere musica che esca da binari già percorsi mille volte da loro e da altri, e quindi ancora una volta ci propongono un lavoro fortemente derivativo. Ad onor del vero, ammettiamo che stavolta nel disco troviamo alcune melodie meno trite del solito e una maggiore focalizzazione sul power alla Stratovarius, piuttosto che sul sinfonico alla Nightwish: piccoli cambiamenti che ci fanno (ancora) ben sperare per il futuro. L’ultima mossa, in particolare, impedisce al disco di annoiare quanto i precedenti, garantendo secondo noi, a “Magic Forest”, una longevità maggiore. Quello che però indubbiamente ancora manca è la capacità di dare alle composizioni la forza di colpire con un elemento che non sia la bella melodia vocale o un simpatico ritornello. Alcune canzoni, come l’iniziale “Cherish My Memory”, si rivelano molto carine ed ascoltabili, rimanendo anche più in testa rispetto a quelle contenute nel precedente “Circus Black”, ma in essere non troviamo niente che ci strappi più di un tiepido ma sincero assenso. Altri brani ancora, come “Dance Of Life” o la title-track, provano invece a mettere in campo ricchi arrangiamenti e dei sentori un po’ più folkloristici, che incidono sulla composizione delle linee melodiche; ma ancora una volta non si va oltre a un piccolo tentativo di variare il suono in direzioni peraltro già provate da altri. Intendiamoci, tutti i pezzi (più o meno) sono assolutamente gradevoli e ben fatti, ma si avverte ancora forte la mancanza di quel quid legato al fattore personalità, che permetta alle composizioni stesse di spiccare il volo e di confrontarsi con quelle, più ricercate e definite, di Xandria o Stream Of Passion. Non tutto è da buttare, lo ripetiamo: anche se la tastiera ancora una volta risulta un po’ invadente nel sound, ne riconosciamo sicuro l’importanza nell’economia di un suono che ben poco sceglie di affidarsi alle chitarre; inoltre, come già anticipato, la nuova entrata Capri ci stupisce non poco con la grazia e l’eleganza della sua interpretazione. Sempre sul pezzo, l’avvenente fanciulla riesce ad essere spigliata e rockettara nei passaggi movimentati, delicata e operistica quando la dolcezza del pezzo le richiede di amalgamarsi e non porsi ad antagonista delle morbide tastiere, ed infine semplicemente ottima nella conclusiva “Green Eyed”, un brano decisamente una spanna sopra tutti gli altri, interpretato con una forza drammatica ed interpretativa inedita per la band finlandese. Come avevamo predetto nella recensione della loro recente raccolta “Re-evolution”, l’innesto di Capri ha portato solo buoni frutti: possiamo festeggiare quindi il primo 6.5 sul nostro portale per un album degli Amberian Dawn. Contando però che siamo al quinto album, occorre rendersi conto di essere ancora lontani dallo standard necessario ad imporsi nel genere power-sinfonico… Ricordiamo che “Oceanborn” era solo il secondo album dei Nightwish e che il loro quinto album…be’, era “Once”. Con questo forse abbiamo detto tutto…