AMENRA – Mass V

Pubblicato il 29/11/2012 da
voto
7.0
  • Band: AMENRA
  • Durata: 00:40:38
  • Disponibile dal: 21/11/2012
  • Etichetta:
  • Neurot Recordings
  • Distributore: Goodfellas

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I belgi Amenra sono, insieme ai Cult Of Luna, per tutta una serie di motivi, la migliore band post-metal che esiste in Europa. Hanno ormai abbondantemente superato il decennio di vita, e in questo lasso di tempo hanno licenziato lavori tutti indiscutibilmente validi, suonato in lungo e largo, sviluppato un suono sì derivativo del solito abusatissimo verbo neurosisiano, ma ormai anche riconoscibilissimo (soprattutto grazie alla performance sempre straziante del frontman Colin H. Van Eeckhout) e, infine, oggi sono approdati alla Mecca del suono che essi stessi venerano, ovvero presso la Neurot di Steve Von Till dei Neurosis. Insomma, dopo anni passati ad omaggiare i loro beniamini, i loro stessi eroi li hanno riconosciuti come un’entità valida e integrale che porta avanti con onore e personalità la visione musicale iniziata oltre vent’anni fa dai Neurosis, e li hanno accolti a braccia aperte nella loro stessa famiglia. Dettaglio quindi non da poco, questo, e che dona alla musica dei Nostri una sorta di marchio di qualità stampato in calce a questo nuovo “Mass V” direttamente dai “sommi esperti”. E “Mass V” ha in effetti tutti i tratti della maturità raggiunta per gli Amenra, anche se non sempre nell’accezione più lusinghiera del termine. Il disco vede il combo belga per la prima volta sperimentare sul serio con l’atmosfera e con il loro lato più prettamente compositivo anziché performante. Si vede benissimo che in questo lavoro la band ha curato tantissimo gli arrangiamenti e che ha passato ore a studiare la composizione per architettare uno scorrere del disco che fosse il più fluido e naturale possibile, come in effetti è. Le parti ambient/noise – senza cui il post-metal non può vivere – in “Mass V” sono sviluppate dai Nostri come mai prima e hanno come reso la loro musica per la prima volta davvero astratta ed atmosferica. Il primo aspetto tecnico del disco costretto a subire questo inedito approccio più dilatato e volatile al songwriting da parte della band è stato il format: siamo infatti scesi a quattro sole canzoni, tutte abbondantemente attorno ai dieci minuti di durata, ognuna delle quali è un momento completo e indipendente a se stante che racchiude, come fossero sottolivelli, ogni stile padroneggiato dai nostri, e in cui ampi scenari intimisti e minimalisti vanno a braccetto con bordate hardcore monumentali e sanguinamenti sludge massacranti. A parte la dilatazione sonora, la maggiore sensibilità atmosferica e la fiducia dei Nostri nel maneggiare una materia formalmente più vasta, nulla è cambiato però del sound degli Amenra. Possiamo parlare di una diversificazione formale della loro musica, ma non di un miglioramento sostanziale, non di una evoluzione, né tanto meno di un salto di qualità. Lo stile è sempre, quello, sempre uguale dai tempi di “Mass III”, il tono delle chitarre invariato, il suono tutto, lo stile e il modo di suonare altrettanto, pressoché lo stesso. Anche delle famosissime voci di Colin H. Van Eeckhout possiamo dire la stessa cosa: la sua delivery straziante è sempre un qualcosa di fronte al quale non si può rimanere indifferenti, tanto è efferata e disperata, ma le sue voci anche stavolta non hanno alcuna variazione nel tono, nella timbrica, nel mood con cui escono. Sono come congelate in un pigro immobilismo che il vocalist si porta dietro dagli esordi. Le parti pulite non rappresentano un momento di rottura come avremmo voluto, in grado di abbracciare il generale incremento di astrazione del lavoro, e si lasciano andare solo a timidi sussurri senza tentare soluzioni più coraggiose. In questo caso abbiamo apprezzato molto di più Van Eeckhoutin in passato, come per esempio su “Razoreater”. Siamo insomma semplicemente di fronte ad una band che mostra confidenza nell’espandere i propri orizzonti nel proprio mondo invece di espandere gli orizzonti del loro mondo: c’è una bella differenza. C’è semplicemente però troppa esperienza in questi ragazzi, troppa fiducia in quello che fanno e troppa padronanza dei propri mezzi, per realizzare un lavoro sottotono, cosa che “Mass V”, nonostante tutte le critiche mosse, non è assolutamente. Tutt’altro. Per chiudere segnaliamo la presenza di Scott Kelly alle voci sulla conclusiva “Nowena I 9.10”, una bella sorpresa per tutti gli amanti del post-metal che renderà questo possente “Mass V” un lavoro ancora più appetibile per i più fervidi fan del genere.

TRACKLIST

  1. Dearborn And Buried
  2. Boden
  3. À Mon Âme
  4. Nowena I 9.10
2 commenti
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