5.0
- Band: AMERICAN HEAD CHARGE
- Durata: 00.48.16
- Disponibile dal: 25/03/2016
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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Appena dopo l’elenco di formazioni ‘entry-level’ del nu-metal, coincidenti coi ‘multiplatino’ e i ‘sopravvissuti’, appare l’insieme di quelle formazioni amatissime dagli appassionati del genere, che hanno sfiorato lo status dei primi e vivono nel cuore e nei racconti di chi ha vissuto in pieno l’epoca. Assieme a Taproot, Orgy, Kittie, Soil ed Hed P.E. ci sono gli American Head Charge, formazione sparata dalle stalle alle stelle grazie a una soffiata di Malakian dei SOAD al guru Rick Rubin: da un autoprodotto alla Def American, a registrare con un produttore leggendario. Poi subito Ozzfest, 250000 copie, tour con Slayer e Slipknot. Facile schiantarsi a tale folle velocità, soprattutto quando si è sommersi di alcool, droga e c’è di mezzo l’11 settembre. In un paio d’anni la prestigiosa etichetta è solo un ricordo e il declino, fatto di rehab, scioglimenti, silenzi, reunion e cambi di formazione, senza contare la tragica morte del chitarrista Brian Ottoson, è evidente ed inevitabile. Dopo una travagliata ripresa ecco un nuovo full, finanziato da una campagna di crowdfunding e licenziato oggi da Napalm Records, etichetta che sta raccattando una serie infinita di band dal passato illustre e dalla carriera vicina al capolinea. “Tango Umbrella” pare essere tutto quello che i vecchi fan possano desiderare: un mix vizioso di nu-metal ed industrial, che incorpora tanto le stranezze freak di Marilyn Manson quanto le aperture melodiche di Mike Patton e Layne Staley. Sulla carta è tutto bellissimo, ma l’entusiasmo sfugge rapidamente tra le dita nell’ascolto delle undici tracce, che nonostante qualche episodio piacevole (“Drowning Under Everything”, “I Will Have My Day”) risultano quasi sempre prolisse, prevedibili e sostanzialmente pallide di fronte ad un qualsiasi estratto di “The Feeding” – figuriamoci dinanzi alla mega-hit “Just So You Know”! Non che l’EP “Shoot” (del 2013) promettesse miracoli, sta di fatto che dopo una gestazione tanto lunga era lecito aspettarsi di più. Chi scrive preferisce ricordarseli, strafatti e all’apice, nella data a supporto degli Slipknot nel lontano 2002.