7.5
- Band: AMON AMARTH
- Durata: 00:56:45
- Disponibile dal: 03/05/2019
- Etichetta:
- Sony
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I Berserker, nella mitologia norrena, erano i guerrieri più temuti e devastanti in assoluto, in quanto selezionati dagli dei in persona per essere posseduti con un impeto battagliero divino e in grado, potenzialmente, di tramutarli in vere e proprie macchine da guerra, furenti e sanguinarie. Similmente, gli svedesi Amon Amarth sono riusciti, nel corso degli anni, a macinare successi su successi, divenendo all’alba dei ventisette anni di carriera, una delle metal band più popolari e apprezzate di tutto il panorama mondiale; tra dati di vendite sbalorditivi, esibizioni di fronte a folle oceaniche e merchandising per tutti i gusti.
Il nuovo album, intitolato per l’appunto “Berserker”, rappresenta l’undicesimo capitolo di un’odissea nordica che insiste nel voler essere fonte continua di discussioni lungo il suo cammino, soprattutto per via della ben nota svolta melodica, e quasi di matrice puramente heavy metal, che ha caratterizzato le ultime produzioni della band di Stoccolma. In questo caso, la formula appare invariata e diversificata allo stesso tempo, per via di alcune soluzioni decisamente in perfetto allineamento con quanto fatto nei lavori precedenti, abbinate però a una sorta di apparente volontà di abbinare quei riff orecchiabili e quelle soluzioni melodiche quasi ‘maideniane’, a una in parte ritrovata furia bellica, che in più punti ci ha riportato alla mente quanto fatto nei primi anni, quando la musica degli Amon Amarth era più vicina al death metal.
Comunque la si voglia vedere, ormai lo stile caratteristico di Johan Hegg e compagni d’armi è ben consolidato e riconoscibile, e pressoché qualunque ascoltatore, udendo una qualsiasi delle dodici tracce contenute in quest’album, capirebbe che si tratta proprio di un lavoro degli Amon Amarth. A partire dalla iniziare “Fafner’s Gold”, passando per la martellante “Shield Wall”, fino ad arrivare alla movimentata accoppiata “Skoll And Hati”/”Wings Of Eagles”, tutta la tracklist trasuda esattamente ciò che chiunque si aspetterebbe da un prodotto dei vichinghi del death melodico per antonomasia, con ritornelli che restano in testa sin da subito e melodie forse un po’ furbe, ma indubbiamente efficaci; tutto questo enfatizzato da una produzione forse anche troppo pulita e limpida, masi tratta di opinioni strettamente personali. Tanto per non dimenticare di chi stiamo parlando, anche le tematiche non si smentiscono, proponendo ancora una volta numerosi riferimenti più o meno approfonditi su numerosi argomenti, provenienti direttamente da quella fonte inesauribile di spunti che è la mitologia nordica; insomma, tutti gli appassionati, o anche solo i giovani che si sono appena avvicinati all’argomento, magari proprio tramite gli album della formazione svedese, avranno sicuramente di che gioire.
Probabilmente non siamo di fronte all’album degli Amon Amarth che farà nuovamente innamorare gli estimatori che non sono mai riusciti a trovare spunti positivi da dopo “Versus The World”, ma sarebbe sciocco non ammettere che, nonostante sia destinato a dividere nuovamente l’opinione, il focoso “Berserker” arriverà a colpire il mercato esattamente nel punto giusto per essere un successo commerciale, come i diretti predecessori; a questo seguirà poi la solita sfilza di date ad alto contenuto fiammeggiante in giro tra festival più o meno grandi, e gli immancabili appuntamenti singoli in varie location sparse per in giro per il mondo.
Poco altro da aggiungere, alla fine gli Amon Amarth sono questi, e a noi piacciono così come sono, pur dovendo chiudere un occhio sulla quantità non eccelsa di azzardi e colpi di testa, che forse sarebbero stati in grado di lasciarci piacevolmente sorpresi, invece che solo adeguatamente convinti.