AMON AMARTH – Fate Of Norns

Pubblicato il 01/09/2004 da
voto
6.0
  • Band: AMON AMARTH
  • Durata: 00:39:48
  • Disponibile dal: 06/09/2004
  • Etichetta:
  • Metal Blade Records
  • Distributore: Audioglobe

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Poco meno di due anni dopo la pubblicazione dell’acclamato “Versus The World” ritroviamo gli Amon Amarth alle prese con il loro quinto full length album, “Fate Of Norns”, che vede i nostri sempre supportati dalla Metal Blade, la quale, visto il successo dei precedenti dischi, non ci ha pensato due volte a rinnovare loro il contratto. Registrato ancora una volta nei Berno Studios e basato su un concept molto interessante (le storia delle tre dee del fato Urd, Skuld e Verdandi), “Fate Of Norns” poteva rappresentare l’album della definitiva consacrazione per la band… la quale però ha toppato alla grande! Spiace molto dirlo, ma il nuovo lavoro degli Amon Amarth convince poco, non ha la freschezza del suo diretto predecessore o del mitico debut “Once Sent From The Golden Hall” né l’impatto di “The Avenger”. Presenta poi alcuni pezzi semplicemente imbarazzanti, e a causa di ciò finisce persino per risultare inferiore a “The Crusher”, l’album che sino ad oggi era considerato il meno riuscito della loro discografia. “An Ancient Sign Of Coming Storm” apre il platter alla solita maniera, con una ritmica possente e melodie trionfanti e nel complesso, nonostante non sia nulla di speciale, si fa ricordare come un buon pezzo. Anche “Where Death Seems To Dwell” presenta dei buoni riff ma all’atmosferica prima parte segue una conclusione non all’altezza, sin troppo frettolosa e inconcludente. La title track è invece una canzone che cattura pian piano, con melodie non immediatissime ma molto belle, concentrate soprattutto nella parte centrale. Tutto il contrario di “Pursuit Of Vikings”, midtempo che contiene solo riff anonimi e che potrebbe venir composta dalla peggior cover band del quintetto di Tumba. Un pezzo come “Valkyries Ride”, sulla scia della title track ma meno ispirato, non aiuta tanto il disco a riprendere quota, anche se alcuni buoni spunti ci sono. Ma è con “The Beheading Of A King” che si tocca il fondo: un brano letteralmente insignificante che durante l’ascolto ha fatto venire in mente a chi scrive la mitica frase che Fantozzi utilizzò per commentare “La Corazzata Potemkin”. Probabilmente il peggior pezzo della storia degli Amon Amarth, che però viene seguito dalla bellissima “Arson”, una composizione lunga ed epicissima, tra le migliori che la band ci abbia offerto ultimamente. “Arson” spazza un po’ via lo sconforto accumulato durante l’ascolto della parte centrale dell’album e anche “Once Sealed In Blood”, nonostante non si confermi sugli stessi livelli, finisce per lasciare una buona impressione grazie al suo impatto e alle sue melodie. In definitiva quindi “Fate Of Norns” si lascia ascoltare… ma è proprio triste ritrovarsi con un album così scialbo dopo un lavoro notevole come “Versus The World”. E’ vero che con band che non cambiano mai di una virgola il proprio approccio bisogna essere preparati ogni tanto a qualche disco poco ispirato, ma questo lavoro in due o tre occasioni è davvero terribile. Un gran peccato, soprattutto se si pensa a composizioni colme di classe come la title track e “Arson”… se infatti tutti i pezzi fossero stati come questi due il disco si sarebbe sicuramente attestato sugli alti livelli dei predecessori. Speriamo vada meglio la prossima volta…

TRACKLIST

  1. An Ancient Sign Of Coming Storm
  2. Where Death Seems To Dwell
  3. The Fate Of Norns
  4. Pursuit Of Vikings
  5. The Valkyries Ride
  6. The Beheading Of A King
  7. Arson
  8. Once Sealed In Blood
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