7.5
- Band: AMORPHIS
- Durata: 00:46:22
- Disponibile dal: 19/04/2013
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Ventitreesimo anno d’attività per i finlandesi Amorphis: con lo status ormai acquisito sotto tutti i punti di vista di metalband affermata, di valore e di successo e una line-up che, con grande stabilità e coesione, arriva al traguardo del quinto lavoro in studio realizzato insieme, li ritroviamo oggi con un disco, questo “Circle”, che è l’undicesimo full-length album dell’apprezzata formazione di Helsinki. Ebbene…cosa aspettarsi di nuovo da un gruppo che pare aver raggiunto un personale nirvana di realizzazione e appagamento? Forse niente, direte voi, oppure semplicemente un manipolo di canzoni di qualità superiore e composte con sapienza ed esperienza cristalline. E’ così, infatti: il nuovo album degli Amorphis non rivoluziona quasi niente del trend stilistico-compositivo della band – e non vedremmo neanche il motivo per cui avrebbe dovuto farlo, a dir la verità – presentando nove nuovi episodi carichi e stracarichi delle principali caratteristiche del combo finnico, che da “Eclipse” in poi, ovvero dall’avvento di Tomi Joutsen alla voce, ha preso a macinare con regolarità lavori di crescente e sempre maggiore apprezzamento, commerciale e di pubblico. In un certo senso, “Circle” ha molte similarità con il nuovo album degli Hypocrisy, “End Of Disclosure”, con il quale condivide il momento d’uscita ma anche il suo approccio sulla scena metallica, ovvero quello di fornire il miglior nuovo materiale possibile ai fan, puntando sulla classicità stilistica e soprattutto sulla capacità compositiva dei rispettivi musicisti. Nove brani, dicevamo, di cui l’unico parziale filler (leggasi: l’unico pezzo che non dice granché) è “Enchanted By The Moon”. La restante tracklist, di conseguenza, si dipana attraverso tutta l’enfasi melodico-sognante ed epica di cui gli Amorphis sono massimi maestri, tra hook incredibili, giri folk di classe, momenti acustici e lievi spruzzi prog sempre incastonati alla perfezione e mai fuori luogo; e poi un vocalist, il suddetto Joutsen, che riesce a variare in modo naturale e sempre spettacolare le sue timbriche, passando dal growl cavernoso al pulito luccicante, fino a sperimentare un pochetto con un quasi-scream più sinistro e digrignante. Maestri anche nel proporre ritornelli rasenti al concetto di ‘melodia pop’, i Nostri sono bravissimi ad utilizzarli e mischiarli con il loro background stolidamente ancora legato al death metal delle origini, che, sotto alle tonnellate di melodia e accessibilità, fa sempre capolino qua e là senza vergogna, e basti ascoltare un capolavoro del calibro di “Nightbird’s Song” per rendersene conto. “Circle” non è un lavoro particolarmente veloce, ma si staglia orgoglioso per potenza e capacità evocative, con le tastiere di Santeri Kallio a fornire un supporto eccezionale, con le chitarre di Holopainen e Koivusaari profonde e incisive e con il basso di Etelavuori valorizzato dalla produzione e anche, finalmente, non affidandosi alla sola Kalevala per la parte lirica, bensì dandola in pasto al fido e poliedrico artista Pekka Kainulainen con l’incarico di scrivere un concept originale. Ma là dove gli Amorphis amano andare sul sicuro – la musica, sebbene il singolo scelto per il lancio del disco, “Hopeless Days”, non sia certo la canzone più easy-listening del lavoro – ecco che la scelta di modificare alcuni aspetti contingenti a “Circle” dimostra come la band abbia provato a movimentare un po’ le acque, per non ristagnare in processi ripetitivi e troppo lontani dallo scopo sempre evolutivo che dovrebbe sottendere ogni formazione che si rispetti. E quindi possiamo citarvi, oltre all’abbandono della Kalevala, anche la scelta di Peter Tagtgren come produttore (!!), il cambio degli studi di registrazione e un nuovo artista grafico, dopo anni con il monumentale Travis Smith, per la copertina di “Circle”, creata da Tom Bates e molto vicina alle opere del celebre pittore ceco Alfons Mucha. Insomma, piccoli grandi accorgimenti che rendono un po’ più attraente “Circle” anche per chi dovesse reputare gli Amorphis ormai adagiati sugli allori di una carriera consolidata e redditizia. La tracklist è dunque pressoché inappuntabile, con menzioni d’onore per la celtic-oriented “Narrowpath”, l’opener “Shades Of Gray”, la roboante “The Wanderer” e la già citata, bellissima, “Nightbird’s Song”, impreziosita anche dagli interventi di flauto di Sakari Kukko. Un disco che tutti i fan dell’ultimo decennio degli Amorphis apprezzeranno tantissimo, un combo che mantiene salda la sua posizione di alto livello nell’universo metallico, un’altra manciata di ritornelli da cantare a squarciagola ai futuri live dei ragazzi. Bello, corposo, appagante: bravi Amorphis!