7.5
- Band: AMORPHIS
- Durata: 00:40:14
- Disponibile dal: /07/2003
- Etichetta:
- Virgin
La carriera degli Amorphis si arricchisce di un’altra uscita discografica: dopo ben due raccolte pubblicate negli ultimi tempi dalla Relapse Records solo per il mercato americano, ecco ora arrivare il nuovo full length “Far From The Sun”, lavoro che ha anche il compito di inaugurare il contratto con la Virgin. Il precedente “Am Universum” aveva ricevuto responsi altalenanti e, per chi scrive, rappresentava il punto più basso della discografia dei nostri, principalmente per il fatto che la band si era spostata sin troppo marcatamente su binari easy listening confezionando inoltre un lotto di brani non sempre riuscitissimo. Sin dalle prime note di questo “Far From The Sun” però si comprende come gli Amorphis abbiano saputo rialzare la testa, rispolverando sonorità che si temeva fossero andate perdute e tornando ai fasti di “Elegy” e “Tuonela”, grazie ad una raccolta ben più vivace. “Far From The Sun” è quindi un lavoro che, per certi versi, guarda al passato anziché al futuro: colpisce sin da subito infatti il recupero di quelle particolarissime melodie folk che avevano reso indimenticabile il succitato “Elegy” e anche il feeling generale del disco rimanda direttamente al periodo centrale della carriera dei nostri, scelta che forse qualcuno giudicherà un po’ ruffiana ma che, constatando la qualità della proposta, non si può poi criticare più di tanto, anzi! Ovviamente non è stata dimenticata la lezione impartita con “Tuonela” e “Am Universum”, ed è così che i brani si mantengono tutti entro un minutaggio ristretto e non presentano troppe sorprese dal punto di vista strutturale; però, lo ripetiamo, il lavoro che più si avvicina a questo “Far From The Sun” resta “Elegy”, visto che anche qui è rintracciabile la stessa gradevole miscela di metal, folk e prog rock anni Settanta. Da ascoltare assolutamente l’opener “Day Of Your Beliefs” e “God Of Deception” mentre, a modestissimo parere del sottoscritto, da evitare sarebbe “Planetary Misfortune”, pezzo insulso che sul momento aveva davvero fatto temere il peggio per il prosieguo dell’ascolto. Comunque, a parte quest’ unica caduta di tono, il disco si assesta su livelli dignitosissimi, e farà tirare un sospiro di sollievo a coloro che stavano temendo il peggio per il futuro della band. La classe, come si suol dire, non è acqua e gli Amorphis in quest’occasione ce lo hanno ricordato alla grande!