5.0
- Band: AMPLIFIER
- Durata: 01:00:48
- Disponibile dal: 11/03/2013
- Etichetta:
- Kscope Music
- Distributore: Audioglobe
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Approdati alla corte della Kscope Records, gli Amplifier pubblicano con “Echo Street” il loro album più debole, sovvertendo bruscamente la serie di successi ottenuti fino al precedente, valido, doppio “Octopus”. Da sempre affascinati dalle derive psichedeliche dei Porcupine Tree, i mancuniani oggi provano a calcare la mano sulle atmosfere soffuse e dilatate, abbandonando quasi del tutto le digressioni progressive elettriche che avevano fatto la fortuna di un lavoro come “Insider”, ancora oggi il migliore della discografia, con quella sua perfetta armonia tra le varie anime che lo compongono. Qui tutto suona poco ispirato, e anche le strutture armoniche, in passato variegate e frizzanti, qui rimangono nei canoni, senza donarci particolari guizzi. Fatta eccezione per qualche melodia vocale interessante (“Matmos”, “Paris In The Spring” e “Mary Rose”) non è facile arrivare alla fine di quest’ora di musica trattenendo gli sbadigli. Non basta iper-effettare una chitarra per raggiungere l’ascoltatore, ci vuole anima, cuore, mestiere, perizia e voglia. Quello che qui, purtroppo, manca su tutta la linea. E se considerate che chi scrive ha sempre considerato gli Amplifier una band quasi a prova di bomba, la delusione generata da questo “Echo Street” è ancora più cocente. La title-track rappresenta tutto questo: sei minuti di nulla condito e ingrassato. Il buon Sel Belamir (no, non è un personaggio del Signore degli Anelli) ha toppato, e forse questa è l’occasione per interrogarsi se sia il caso di prendersi una pausa o di coinvolgere maggiormente i compagni nel processo di composizione.