7.5
- Band: AMPLIFIER
- Durata: 00:58:57
- Disponibile dal: 02/10/2006
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
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Sono già passati due anni dal debutto, e un anno dal validissimo EP “The Astronaut Dismantles HAL”, e gli inglesi Amplifier tornano a deliziarci con il bellissimo “Insider”. I nostri, da sempre promotori di un sound post-rock debitore verso act come Muse, Radiohead e Porcupine Tree (è davvero difficile definire esattamente il sound della band), fanno le cose in grande, lasciandoci a bocca aperta con un disco vario, molto più focalizzato che in passato e stupendamente affascinante. Le divagazioni psichedeliche dei precedenti lavori ormai sono acqua passata, e lasciano traccia solo in alcuni frangenti più ragionati, senza orbare di immediatezza i pezzi, della durata media di cinque-sei minuti. L’opener strumentale “Gustav’s Arrival” ci mostra il lato più progressive degli Amplifier, e già nelle nostre orecchie riecheggiano le atmosfere acide ed intricate dei migliori King Crimson, ed il nostro cuore non può che aprirsi, per accogliere la successiva “O Fortuna”, la nuova faccia del trio. La prova di Sel Balamir alle sei corde e alle corde vocali è superlativa, basti ascoltare la title-track “Insider”, così vicina agli Opeth meno estremi. Un appunto negativo sull’album è la povertà di parti di chitarra clean, che rischia di caricare oltremodo l’ascoltatore. Dobbiamo infatti aspettare l’intermezzo “Oort” o “Hymn Of The Aten” per riposare le orecchie, anche se solo per pochi istanti. E’ vero anche che uno dei punti di forza della band, specialmente dal vivo, è proprio la violenza sonora (non à la Dimmu Borgir, ma una violenza più psicologica), ben ricreata dal muro di ampli utilizzato da Balamir. Amplificatori indipendenti l’uno dall’altro, che vengono attivati dallo stesso chitarrista in modi diversi per creare stratificazioni sonore assolutamente originali. Il miglior lavoro del terzetto inglese, non c’è che dire, consigliato a chi aveva apprezzato l’EP precedente e a chi vuole ascoltare buone melodie supportate da un rock sì intelligente ma anche sufficientemente muscoloso.