5.5
- Band: AMPUTORY
- Durata: 00:33:28
- Disponibile dal: 10/05/2015
- Etichetta:
- Xtreem Music
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Le uscite targate Xtreem Music sono sempre un’incognita. Negli anni la casa discografica spagnola ha scoperto e lanciato ottime band, ma ha anche rilasciato numerosi dischi senza infamia e senza lode, lasciandosi un po’ troppo entusiasmare dai vari trend death ed extreme metal che si sono avvicendati nell’ultimo decennio. “Ode to Gore” degli Amputory è purtroppo una prova che ci sentiamo di inserire nella seconda categoria: il debutto di questi finlandesi vorrebbe scomodare paragoni con i Demigod, ma, a conti fatti, è più realistico accostarlo ad alcuni dei progetti di Rogga Johansson (Paganizer, Ribspreader, ecc). Siamo alle prese con un death metal legato inequivocabilmente alla scuola scandinava dei primi anni Novanta, ma interpretato con quel fare primitivo e un po’ facilone che siamo spesso soliti ritrovare nelle pubblicazioni del suddetto stakanovista svedese. I brani sono tozzi e diretti, sovente tenuti in piedi solo da una manciata di riff il cui unico obiettivo è quello di innescare il più ignorante degli headbanging. Il gruppo di certo picchia duro, ma la metà del disco risulta davvero dozzinale nel suo affidarsi in toto a formule e progressioni preconfezionate. La lineup non è composta da dei giovincelli e ciò rappresenta forse un altro limite per gli Amputory: non si sentono l’ardore e la fame di chi è veramente agli esordi. La band segue alla lettera tutte le regole del classico songwriting old school death metal, ma riesce a mettere in mostra un po’ di ispirazione e di vitalità solo nella più lunga e strutturata “Aghori” e nel mix di rabbia e di atmosfera di “Bludgeoned”. Forse se fosse uscito alcuni anni fa, il nostro giudizio su “Ode to Gore” sarebbe stato un filo più lusinghiero; nel 2015, ormai abituati a vedere realtà giovani e meno giovani maneggiare nuovamente con cura questi suoni, il primo lavoro di questi finlandesi non può che risultare modesto.