7.5
- Band: ANAAL NATHRAKH
- Durata: 00:35:25
- Disponibile dal: /11/2006
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
Amate le sonorità black-death più nichiliste, magari contaminate con grosse porzioni di industrial? Siete semplicemente dei grandi fan degli Aborym, degli Zyklon o degli ultimi Dodheimsgard? Allora fareste bene a cercare di procurarvi il nuovo album degli Anaal Nathrakh, assolutamente una delle realtà più in forma di questo particolare sottogenere del metallo estremo. Grazie all’introduzione di nuove influenze – soprattutto di natura grind e death metal – “Eschaton” è infatti forse quanto di meglio e di più imprevedibile questo progetto inglese (che oggi vede Shane Embury dei Napalm Death al basso) ci abbia proposto nella sua carriera. Ritmiche tiratissime, un riffing che non ci sentiamo di definire in altro modo se non schiacciasassi, sample e synth impazziti, schegge di melodia e un’interpretazione vocale istrionica e schizzata, che passa con tutta tranquillità dal classico screaming black a squillanti clean vocals (vagamente alla Emperor), passando per un growling quasi di stampo brutal e per degli interventi malatissimi, spesso cortesia del buon Attila Csihar dei Mayhem, un altro degli ospiti di lusso ad essere stati invitati a prendere parte alle registrazioni di questo disco. Il pregio essenziale di “Eschaton” è che, a dispetto di quanto si potrebbe inizialmente pensare, non è affatto un lavoro esageratamente contorto o confusionario. La produzione infatti è nitida e potentissima, mentre la tracklist è costituita da episodi che hanno tutti una spiccata identità e che di rado finiscono per assomigliarsi troppo l’un l’altro. Ogni elemento è stato assemblato con grande perizia e intelligenza e non si ha mai l’impressione che le parti metal siano state incollate a quelle elettroniche o viceversa. Schizofrenici sì, ma ben lontani dal proporre casino senza senso. Bravi, Anaal Nathrakh.