7.0
- Band: ANALEPSY
- Durata: 00:37:34
- Disponibile dal: 15/04/2022
- Etichetta:
- Agonia Records
- Miasma Records
Spotify:
Apple Music:
Monicker rivoltante, vortici apocalittici nel cielo dello sgargiante paesaggio sci-fi raffigurato in copertina, una lista di ospiti che include Angel Ocha (Abominable Putridity) e Ricky Myers (Suffocation)… sì, gli Analepsy appartengono a quella categoria di gruppi per cui si è soliti impiegare le diciture ‘slam’ e ‘brutal’, e questo “Quiescence” – licenziato in CD dalla piccola Miasma Records e in vinile dalla più nota e consolidata Agonia – è la loro seconda fatica sulla lunga distanza dopo un esordio, “Atrocities from Beyond” del 2017, piuttosto ben accolto fra gli estimatori del filone in oggetto.
Fugato ogni dubbio sul contenuto del tracklist, con relativo avviso a chi non tollera breakdown grassissimi e voci gorgoglianti, possiamo addentrarci nell’analisi di un’opera che si pone almeno un paio di spanne sopra l’offerta abituale della concorrenza, in virtù di un songwriting che – pur adeguandosi a qualche cliché del sottogenere – sa anche distinguersi per una certa vivacità e freschezza di fondo. La pausa di cinque anni dal precedente full-length non è insomma casuale, e diventa prerogativa di uno studio più attento delle dinamiche e di una crescita sul versante della tecnica e della melodia, con parentesi agili e taglienti (a tratti schizofreniche) a spezzare l’incedere monolitico e qualche assolo di buon gusto che dimostra come l’ignoranza non sia il pallino fisso della formazione portoghese.
Se da un lato, quindi, il quartetto non si discosta troppo dalle formule gutturali di Abominable Putridity (appunto), Pathology e Visceral Disgorge, dall’altro è evidente come le gesta di realtà ben più audaci e open minded (Origin, Wormed, ecc.) abbiano influenzato non poco la stesura di questi dieci episodi, per un risultato finale che siamo abbastanza sicuri potrà soddisfare diversi amanti del death metal degli anni Duemila. Resta qualche parentesi ridondante, oltre ad una produzione fredda e laccata di marca death-core, ma nell’insieme, complici brani come “Locus of Dawning” e “Impending Subversion”, la voglia di ripetere l’esperienza c’è.