ANATHEMA – A Fine Day To Exit

Pubblicato il 01/10/2001 da
voto
7.0
  • Band: ANATHEMA
  • Durata: 01:02:29
  • Disponibile dal: 01/10/2001
  • Etichetta:
  • Music For Nations
  • Distributore: Audioglobe

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Se “Judgement”, due anni prima, ci aveva riconsegnato una band tendente al progressive metal (o rock?) di classe e crepuscolare bellezza, dopo l’ottimo exploit trasversale tra i generi dell’ancora precedente “Alternative 4”, è con “A Fine Day To Exit” che gli Anathema iniziano davvero ad andare alla deriva, slegando le cime della loro barca dal porto heavy metal per dirigersi con speranza e dedizione verso la luce albeggiante dell’alternative rock, dell’indie, del rock atmosferico e di tutte queste definizioni simili fra loro e significanti in realtà ben poco. La cosa più importante, ben valutabile a livello di percezione emotiva e generale, è che l’atmosfera di base di “A Fine Day To Exit” è lontana anni luce da quella di tutti i suoi predecessori.
Eppure, paradossalmente, la storia narrata nel concept relativo è tra le più tragiche immaginabili, ben riassunta dalla copertina del disco, che ritrae la scena di un apparente suicidio appena avvenuto. Ma il mood avvolgente, apocalittico e nostalgico che permeava “Judgement” qui non viene riproposto, per dare spazio invece ad un contorno di sensazioni più freddo, più ricercato, meno coinvolgente e, in definitiva, composto da melodie e soluzioni che faticano a stamparsi in mente, anche dopo anni dalla pubblicazione e tanti, tanti ascolti. L’ingresso in formazione del tastierista Les Smith, scambiato all’epoca con i Cradle Of Filth, che ottennero invece i favori di Martin Powell, mai entrato effettivamente in lineup ma utilizzato dai ragazzi di Liverpool come tastierista live, non cambia molto nell’impostazione compositiva degli inglesi, che si affidano alla sensibilità di Danny Cavanagh e John Douglas per cesellare tracce raffinate, afflati psichedelici e, tutto sommato, andature leggere e variopinte.
Se escludiamo, difatti, la frenetica e veloce “Panic”, un’evoluzione meno incisiva della stupenda “Judgement”, presente sull’omonimo album, il resto della tracklist si inerpica su coordinate in parte accattivanti, in parte ostiche da percepire, con pochi picchi memorabili a destare l’attenzione del fruitore, guidandolo attraverso una lenta comprensione del percorso cui gli Anathema costringono chi ascolta a seguire.
La languida cadenza pianistica dell’opener “Pressure” oppure la dolcissima introduzione di “Barriers”, in cui presenzia Lee Douglas alle voci femminili, ci paiono ben rappresentanti, in piccolo, delle sonorità presenti in “A Fine Day To Exit”. Si iniziano ad intravedere (o forse meglio intrasentire!) i soundscape in crescendo che caratterizzeranno la produzione successiva, soprattutto “Weather Systems”, ed impostati su tristi arpeggi, tappeti di tastiere e incroci di voci a creare potenti effetti psichedelici. Su tutti, a nostro parere, spicca il brano “Release”, che azzecca in pieno il pizzicato d’incipit, le ottime strofe di Vinnie ed un programming elettronico che piano piano pervade tutto il pezzo spedendoci in un loop ipnotico coloratissimo, prima di lasciare strada al solito Danny e alla sua chitarra indefessa; l’apoteosi vocale e chitarristica sul finale merita una doppia razione di applausi, davvero un gioiello brillante all’interno di uno scrigno non particolarmente prezioso.
Sappiamo bene, a conti fatti e col senno di poi, quanto gli Anathema non si fermeranno qui con la loro infinita evoluzione, governando con la massima libertà il timone instabile della loro creatività, su quella famosa barca, ormai in mare aperto, destinata ad un futuro tutto da scoprire.

 

TRACKLIST

  1. Pressure
  2. Release
  3. Looking Outside Inside
  4. Leave No Trace
  5. Underworld
  6. Barriers
  7. Panic
  8. A Fine Day To Exit
  9. Temporary Peace
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