ANATHEMA – Judgement

Pubblicato il 11/04/2018 da
voto
9.0
  • Band: ANATHEMA
  • Durata: 00:56:56
  • Disponibile dal: 21/06/1999
  • Etichetta:
  • Music For Nations
  • Distributore: Audioglobe

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Dopo la pubblicazione di quel capolavoro che risponde al nome di “Alternative 4”, gli Anathema subiscono uno scossone non da poco: il bassista Duncan Patterson, uno dei pilastri della band, soprattutto a livello compositivo, decide di abbandonare il gruppo per dedicarsi ad altri lidi musicali, andando a fondare gli Antimatter con Mick Moss. Per fortuna, per un compagno che se ne va, ce n’è uno che ritorna e parliamo naturalmente di John Douglas, che aveva temporaneamente lasciato il gruppo e che riprende il suo posto dietro le pelli. A sostituire Patterson, invece, viene chiamato Dave Pybus, che si occuperà delle tracce di basso e che verrà fin da subito coinvolto nel processo di scrittura, sebbene ovviamente in maniera molto ridotta rispetto al suo illustre predecessore. Con questa line-up rinnovata gli Anathema vengono proprio qui in Italia, a Ventimiglia, per registrare il loro nuovo album nei Damage Inc. Studios di Dario Mollo, con la supervisione del produttore Kit Woolven. Orfani di Patterson, è soprattutto Danny Cavanagh a prendere in mano la scrittura, con il contributo di tutta la band: Vincent contribuisce alla stesura dei testi, John Douglas firma in solitaria tre pezzi e perfino il nuovo arrivato, Dave Pybus, appare tra i crediti. Il risultato di queste sessioni è un sound che sembra quasi più l’evoluzione di “Eternity” che di “Alternative 4”. Il ‘white album’ degli Anathema, infatti, resterà un episodio a sé stante, meraviglioso e forse irraggiungibile, ma diverso da tutto quello che la band produrrà da quel momento in poi. Allo stesso tempo è proprio “Judgement” a dare il via allo stile che caratterizzerà la produzione dei nuovi Anathema, che continueranno a mutare pelle, anno dopo anno, ma sempre con coerenza rispetto al sentiero imboccato proprio con questo disco. La musica di “Judgement” è ancora più rarefatta e malinconica, con le chitarre acustiche e il pianoforte a tratteggiare spesso le composizioni; la chitarra elettrica di Daniel è sempre più floydiana e l’atmosfera del disco è triste e struggente con quella capacità di cullare l’animo e confortarlo nel dolore, senza false promesse o parole vuote, ma solo con l’avvolgente abbraccio di chi capisce e accoglie la sofferenza. Innumerevoli le gemme contenute nell’album, che rappresenta uno dei vertici della carriera della band di Liverpool: le prime quattro composizioni, inizialmente pensate come una lunga suite, si concatenano con invidiabile eleganza, dosando alla perfezione emozioni e colori; “Make It Right (F.F.S.)”, firmata da Douglas, punta sull’immediatezza melodica, con squarci elettrici e tastiere maestose; “Parisienne Moonlight” ci accarezza con dolcezza, mentre il pianoforte disegna una melodia notturna a fare da contorno ad un delicato duetto tra Daniel e Lee Douglas (sorella di John e ora in pianta stabile nella band). Non possiamo non citare la title-track, eccezionale composizione che si apre con una delicata chitarra acustica per poi salire e montare come una tempesta, in un crescendo di emozioni che diventano incontenibili, fino al graffio finale che chiude la canzone. Il capolavoro dell’album, a parere di chi vi scrive, è invece “One Last Goodbye”, brano dall’intensità emotiva eccezionale scritto da Daniel per la madre mancata da poco, che ci permettiamo di accostare ad una “Comfortably Numb”, con quel suo assolo di chitarra conclusivo e quel suo crescendo catartico e liberatorio. L’album si chiude splendidamente con lo strumentale “2000 & Gone” (a meno che non siate in possesso della versione in digipack con la bonus track “Transacoustic”), altro splendido episodio dalle tinte cosmiche che richiama “2001: Odissea nello Spazio” e ci fa andare alla deriva per perderci definitivamente nel buio infinito punteggiato di stelle. Ennesimo capolavoro, quindi, per una band che fino a questo momento non ha sbagliato un colpo. Gli anni passeranno, gli Anathema cambieranno pelle radicalmente ancora molte volte, ma certamente “Judgement” rimane uno dei punti più fulgidi della loro carriera.

TRACKLIST

  1. Deep
  2. Pitiless
  3. Forgotten Hopes
  4. Destiny Is Dead
  5. Make It Right (F.F.S.)
  6. One Last Goodbye
  7. Parisienne Moonlight
  8. Judgement
  9. Don’t Look Too Far
  10. Emotional Winter
  11. Wings Of God
  12. Anyone, Anywhere
  13. 2000 & Gone
  14. Transacoustic (bonus track)
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