8.0
- Band: ANATHEMA
- Durata: 00:55:45
- Disponibile dal: 16/04/2012
- Etichetta:
- Kscope Music
- Distributore: Audioglobe
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Lasciato alle spalle un periodo di aridità compositiva che aveva minato il futuro della band, gli Anathema sembrano vogliosi di recuperare il tempo perduto e sfruttare il momento positivo derivante dall’ottimo ritorno a titolo “We’re Here, Because We’re Here”, targato 2010. Il nuovo “Weather Systems” riprende la svolta art e post rock della succitata release, incorporando la vena sinfonica della parentesi “Falling Deeper” (discussa pubblicazione dello scorso anno in cui la band ripropone classici del passato in una rinnovata veste orchestrale), grazie all’abbondante utilizzo di archi ed orchestrazioni in genere, con una minor incidenza della componente progressiva. L’attuale formula compositiva degli Anathema è piuttosto semplice, basata su crescendo emotivi, in cui un inizio minimalista esplode gradualmente aumentando l’intensità generale, più che apportare variazioni al tema principale; anche se non mancano frangenti in cui il gruppo anglosassone sviluppa pezzi più dilatati e progressivi, come l’ottima “The Storm Before The Calm”, introdotta da una disturbante parte iniziale non immune da inserti electro, che lascia spazio al finale sinfonico, trionfale, dal retrogusto epico. Il grigio e il nero del passato sono ormai un pallido ricordo che i fratelli Cavanagh sembrano ormai aver riposto in un cassetto, a favore dell’azzurro velato in copertina e delle atmosfere ben più ariose e rilassate riscontrate nelle esplicite “Lightning Song” e “Sunlight”. “Weather Systems” denota grande continuità nel songwriting, mostrando subito il lato migliore di sé con la splendida “Untouchable Pt.1”, le cui intense linee melodiche vengono riprese dalla successiva “Pt.2”, in una nuova veste altrettanto riuscita, che valorizza il duetto vocale tra Vincent Cavanagh e Lee Douglas, ma sa regalare emozioni fino in fondo – si pensa al nuovo e futuro classico “The Beginning And The End”, ad esempio. La sezione ritmica, come accadde nel pluricitato “We’re Here Because We’re Here”, funge da mero supporto, limitandosi a scandire il ritmo del crescendo in maniera talvolta sin troppo scolastica e invisibile: una scelta atta a valorizzare ancor di più i bellissimi intrecci melodici tra chitarre e tastiere, che tuttavia non sempre convince a pieno. Gli Anathema sono una band che ha sempre mutato pelle nel corso della propria carriera, “Weather” Systems” continua in maniera convincente l’inesorabile processo evolutivo della formazione, che mantiene il comune denominatore di sempre: le emozioni, qualunque esse siano, sempre al di sopra di tutto.