8.0
- Band: ANATOMIA
- Durata: 00:51:28
- Disponibile dal: 27/08/2012
- Etichetta:
- Nuclear War Now
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“Decaying In Obscurity” è la seconda prova sulla lunga distanza dei death-doom metaller giapponesi Anatomia, che nel corso della quasi decennale carriera hanno affinato stile e idee, dando vita a un lavoro che si mette in luce fin da subito per personalità, attraverso un’atmosfera macabra e ovattata, una bolla sonora nella quale si alternano densità e rarefazione, in un continuo gioco di echi, rallentamenti e improvvisi squarci di accensioni sonore. A costruirla, una chitarra che, pur prediligendo una spiccata abrasività elettrica, non disdegna qua e là di cambiare forma, optando per la tessitura di trame dalla grana più fine, che aprono all’ingresso di effettistica e tastiere. Queste ultime, sulfuree e malsane, ricordano in più di un’occasione l’operato del Maestro Simonetti in diversi capolavori del cinema horror degli anni Settanta e Ottanta. Da subito, chitarra e keys riempono ogni spazio sonoro disponibile; sopraggiunge la voce, un growling strisciante, e il quadro si completa. “Decaying In Obscurity” non perde tempo, e assorbe subito l’attenzione dell’ascoltatore, con la sua pienezza, la sua profondità, i suoi ‘muri sonori’, solidi ma non monolitici. In effetti, l’album non è uno di quei lavori intensi ma “pesanti”. Così è solo in parte: pur nel mantenersi di un’atmosfera che a tratti assume connotazioni semplicemente soffocanti, il terzetto, proprio grazie alle tastiere, riesce lungo le dieci tracce presenti a costruire un sound che abbina alla solidità delle mura portanti (le chitarre) una certa varietà di suggestioni, passando in maniera agevole tra strangolamenti e ampi respiri. Dieci composizioni nelle quali solo a volte uno strumento prende il sopravvento, orientate al risultato d’insieme, in un tutt’uno che non può fare a meno delle singole parti, con un’attitudine quasi orchestrale. Come degli Autopsy privi della componente punk e irriverente, immersi in un torbido gorgo di follia e orrore, gli Anatomia si infilano nelle orecchie e non ci danno pace. Una deviata contemplazione di una vita che invecchia, muore e marcisce. Lento e implacabile, “Decaying In Obscurity” gela il cuore e ridesta il nostro lato più negativo.